Eventi con lo sconto sul lungomare di Napoli: li finanzia la tassa di soggiorno

Eventi con lo sconto sul lungomare di Napoli: li finanzia la tassa di soggiorno
di Paolo Barbuto
Domenica 18 Agosto 2019, 08:30 - Ultimo agg. 19 Agosto, 08:01
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Sono state diffuse l'altro giorno due ordinanze sulle prossime manifestazioni che si svolgeranno sul lungomare, Bufala Fest e Pizza Village che occuperanno il lungomare liberato dal 25 agosto al 25 settembre: quei documenti spiegano che entrambi gli eventi potranno avere un sostanzioso sconto sul canone per l'occupazione di suolo e che i denari non incassati per via dello sconto saranno prelevati dai fondi dell'imposta di soggiorno che vanno destinati allo sviluppo turistico della città.
 
Per concedere la riduzione del prezzo di occupazione del suolo pubblico il Comune di Napoli ha regolamenti precisi e ferrei: può avere lo sconto solo una manifestazione considerata di rilevante interesse pubblico per la città.

In una riunione che s'è svolta nel primo martedì di agosto, la Giunta Comunale, unico assente il vice sindaco Enrico Panini (peraltro firmatario dei documenti), ha stabilito che entrambe le iniziative previste sul lungomare hanno le caratteristiche per accedere al sostanzioso sconto sulla tassa di occupazione: la Bufala Fest perché è «un'importante rassegna fieristica che si propone l'obiettivo di promuovere le qualità e le caratteristiche delle produzioni campane»; il Pizza Village, invece, secondo sindaco e assessori «si proietta a diventare sempre più un forte attrattore turistico, alla stregua di altri grandi eventi mondiali».

Insomma, spiegano gli amministratori della città che il Pizza Village ha la capacità di attirare a Napoli tanti turisti così come altre grandi manifestazioni mondiali, perciò può avere le facilitazioni previste dal regolamento.

Ma in cosa consiste lo sconto? Il regolamento comunale spiega che le manifestazioni di rilevante valore possono avere una riduzione che arriva all'80%. In questo caso, però, la Giunta ha deciso di fermarsi al 75% per entrambe le manifestazioni.

Così, come vedete nel grafico pubblicato al centro di questa pagina il Bufala Fest che ha presentato una richiesta di occupazione di 1.730 metri quadri avrebbe dovuto pagare 51mila euro e invece ne verserà poco meno di 13mila mentre il Pizza Village, al quale secondo le norme sarebbe spettato il pagamento di un canone di 75mila euro, ne verserà poco meno di 19mila.

I conti spiegano che, in totale, le due organizzazioni avrebbero dovuto versare 126.291 euro e invece ne pagheranno 31.674: significa che nelle casse del Comune arriveranno circa 95mila euro in meno. Però quel denaro va comunque incassato anche perché, come sottolinea il ragioniere generale del Comune nella sua nota in calce al documento, bisogna comunque tenere conto della «attuale situazione economico finanziaria dell'Ente». A sostenere la tesi della grande attenzione che va rivolta alla concessione degli sconti interviene lo stesso regolamento sull'occupazione di suolo che precisa «per le agevolazioni... è necessario che la relativa copertura venga disposta attraverso apposito impegno di spesa da parte dei competenti servizi concessori, previo stanziamento nel bilancio di previsione del Comune, in mancanza del quale le predette agevolazioni non possono in alcun modo essere concesse». Ma la Giunta comunale di Napoli non s'è fatta sorprendere: la copertura per quei fondi era già stata prevista nel bilancio di previsione con 164mila euro da prelevare dall'imposta di soggiorno.

Insomma, per finanziare lo sconto si utilizzano i denari che ogni turista in visita a Napoli è costretto a versare. Si tratta di un'imposta che produce introiti da reinvestire in progetti turistici: per il Comune le due manifestazioni evidentemente hanno un'importante valenza turistica, non la pensano allo stesso modo gli albergatori che (lo leggete nell'intervista al presidente di Federalberghi nella pagina successiva) non ritengono che il Bufala Fest o il Pizza Village siano in grado di attirare a Napoli turisti italiani o stranieri

Il Bufala Fest e il pizza Village non sono manifestazioni gratuite, si tratta di eventi durante i quali i visitatori pagano per mangiare le leccornie messe in vendita dagli espositori. In questo caso il Comune prevede che, in cambio dello sconto offerto agli organizzatori, alla fine degli eventi venga effettuato un versamento in percentuale sugli introiti effettivamente realizzati con la vendita di prodotti. Il regolamento prevede che il versamento può arrivare fino al 5% degli incassi totali ma la Giunta Comunale non ha voluto usare la mano pesante: alla fine delle due fiere il Comune non chiederà il 5% e nemmeno il 3%, non arriverà nemmeno al 2%, si accontenterà di un versamento pari allo 0,7% degli incassi totali.

Per comprendere meglio proviamo a fare due conti: l'anno scorso al pizza Village è entrato un milione di visitatori per un menù del costo di 12 euro. In totale gli introiti sono stati di 12 milioni di euro: il 5% di quella cifra avrebbe portato nelle casse del Comune circa 600mila euro, invece lo 0,7% richiesto si ferma a soli 84mila euro.
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