Donna soffocata da un pezzo di pera
salvata da un insegnante napoletano

Donna soffocata da un pezzo di pera salvata da un insegnante napoletano
di Francesco Gravetti
Sabato 24 Agosto 2019, 17:00 - Ultimo agg. 17:46
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Questione di minuti: la gente che sulla spiaggia si agitava, lui che dal mare insieme alla moglie nota la scena e poi la decisione di correre e prendere l’iniziativa. Così Antonio Nunziata, insegnante di cucina all’istituto alberghiero De’ Medici di Ottaviano e chef, cittadino di San Gennaro Vesuviano, ha salvato la vita ad una donna di 35 anni, di origini romane, mamma di quattro figli, il più grande di appena otto anni.

Sulla spiaggia di Praia a Mare, la donna aveva appena dato un morso ad una pera, ma il boccone le è andato di traverso. Ha smesso di respirare, ha chiesto aiuto senza riuscire a parlare, è diventata cianotica in un attimo. Intorno a lei, molti cercavano di aiutarla senza successo. Poi Antonio Nunziata, che era in acqua con la moglie, ha visto tutto ed è intervenuto praticandole la manovra di disostruzione. Ci sono voluti tre colpi ben assestati per fare uscire i pezzetti di pera: per fortuna tutto è andato a buon fine e la mamma ha ripreso a respirare.

Quando la situazione si è tranquillizzata, la donna ha voluto ringraziare personalmente il suo salvatore, portandosi dietro i quattro figli, che hanno visto la scena e nei momenti più concitati piangevano a dirotto. «A quel punto mi sono reso conto di quello che ero riuscito a combinare e mi sono emozionato», spiega Antonio. Da cittadino di San Gennaro Vesuviano, Antonio Nunziata ha una certa dimestichezza con le manovre di disostruzione.

Sei anni fa, infatti, una bambina di appena 10 anni, Arianna Nunziata, morì soffocata da un boccone di mozzarella nel giorno della sua prima comunione proprio a San Gennaro Vesuviano. Da allora il papà Luigi Nunziata e la mamma Katia Parisi girano l’Italia per insegnare la manovre anti-soffocamento, dopo essere diventati esperti in materia. E a San Gennaro Vesuviano tutti hanno grande attenzione a questo tipo di problematica proprio grazie alle attività di sensibilizzazione dei genitori di Arianna. Racconta ancora Antonio: «Quando l’ho raccontato al papà di Arianna, mi ha spiegato che proprio in quel momento lui stava passando per Praia a Mare, forse la bambina vegliava su di me mentre aiutavo quella donna, chissà. Di certo, loro fanno un’attività eccezionale, io credo che manovre del genere debbano essere insegnate in tutte le scuole ed in particolare negli istituti alberghieri, dove si formano studenti e studentesse che hanno a che fare tutto il giorno col cibo».
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