Tumori, nuova frontiera dello spazio. «Cellule killer muoiono a gravità zero»

Tumori, nuova frontiera dello spazio. «Cellule killer muoiono a gravità zero»
Tumori, nuova frontiera dello spazio. «Cellule killer muoiono a gravità zero»
Mercoledì 28 Agosto 2019, 14:23 - Ultimo agg. 29 Agosto, 01:19
2 Minuti di Lettura

Lo spazio si candida a diventare la nuova frontiera della ricerca contro il cancro. Uno studio australiano ha dimostrato che condizioni di gravità simili a quelle presenti nella stazione spaziale internazionale (Iss) hanno avuto un notevole effetto sulle cellule tumorali: «In 24 ore, in questa condizione di micro-gravità, l'80-90% delle cellule muore senza cura farmacologica», afferma Joshua Chou dell'Università della Tecnologia di Sydney (Uts), che ha messo a punto un nuovo device in grado di replicare condizioni di gravità vicine allo zero.

LEGGI ANCHE Tumore al pancreas, ragazzo di 15 anni mette a punto un test per la diagnosi precoce



«Abbiamo inserito nel simulatore quattro diversi tipi di tumori: alle ovaie, al seno, al naso e ai polmoni - ha spiegato Chou alla 'Abc' - Riducendo la gravità, abbiamo registrato che le cellule non riescono più a comunicare tra loro. Un effetto che incide sulla loro sopravvivenza». L'ipotesi suggerita dalla ricerca australiana è che i tumori non possano più percepire ciò che li circonda, e quindi le cellule malate entrano nello stato di apoptosi o morte cellulare.

Ora si aspetta di sperimentare direttamente nello spazio. «Ci sono dei problemi da superare per poter avviare lo studio nella stazione spaziale, limiti di peso e di ingombro. E servono almeno 200 mila dollari di investimenti per trovare soluzioni miniaturizzate al device», ha precisato Chou. «Nella mia testa - ha aggiunto - le possibilità offerte da questa sperimentazione non sono una cura, la “pallottola d'orò” per sconfiggere il cancro, ma qualcosa che possa funzionare parallelamente alle terapie esistenti, ai trattamenti farmacologici per la salute e così via, per aiutare ad aumentare l'efficienza delle terapie attualmente in uso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA