Minacce al vescovo la pista:
una vendetta dell'ex seminarista

Minacce al vescovo la pista: una vendetta dell'ex seminarista
di Pasquale Sorrentino
Lunedì 9 Settembre 2019, 10:20
3 Minuti di Lettura
C'è un sospettato per le lettere anonime nei confronti del vescovo della Diocesi di Teggiano Policastro, Antonio De Luca. Si tratta di un ex seminarista, le cui generalità ancora non sono state rese note, ma è originario del Vallo di Diano. Nella sua abitazione nei giorni scorsi i carabinieri su ordine della Procura di Lagonegro hanno effettuato una ispezione e hanno trovato, a quanto pare, notevole materiale per le indagini. L'uomo è stato iscritto nel registro degli indagati per diffamazione aggravata. Non per le lettere, almeno per ora, bensì per diffamazione tramite Facebook.

 

LA STORIA
Ma bisogna andare per ordine e capire come si è arrivati all'indagato. Nei mesi scorsi sono arrivate - alle forze dell'ordine, ai vertici della Chiesa nazionale e regionale e a diversi altri soggetti - lettere anonime dai contenuti sconcertanti. Nelle missive si è potuto leggere che il vescovo e numerosi sacerdoti della Diocesi di Teggiano-Policastro partecipavano a festini anche a sfondo omosessuale, addirittura nella sede del Vescovado a Teggiano. Accusa infondate, tanto che il monsignore e gli stessi parroci citati nelle lettere hanno presentato denuncia ai carabinieri della Compagnia di Sala Consilina nel giugno di quest'anno.
LE INDAGINI
I militari dell'Arma guidati dal capitano Davide Acquaviva hanno dato vita a una serrata serie di controlli e sono riusciti a stringere il cerchio attorno al sospettato. Secondo quanto ricostruito, il «movente» della diffamazione potrebbe nascere da una precedente denuncia del vescovo nei confronti dell'ex seminarista, per una violazione di domicilio avvenuta nel 2016. Appare questa una prima ipotesi investigativa, mentre altre piste su eventuali ulteriori moventi (anche economici) sono in corso con l'attenzione della Guardia di Finanza. Gli inquirenti hanno cominciato a studiare il sospetto, scoprendo che è l'intestatario di un profilo Facebook fasullo dal quale partivano commenti denigratori nei confronti del vertice della chiesa del Vallo di Diano e del Golfo di Policastro. Sono almeno sette le persone offese, oltre al vescovo ci sono anche sei preti del Vallo di Diano che vengono elencati nelle lettere anonime inviate. La foto di una delle lettere viene pubblicata come commento al post del gigolò Francesco Mangiacapre (l'autore di un dossier su presunte feste a luci rosse dei preti non solo della regione Campania). Secondo gli inquirenti il profilo Facebook anonimo è associato all'ex seminarista e c'è il forte sospetto che l'uomo possa esserne anche l'autore.
LA SCOPERTA
Da qui l'iscrizione nel registro degli indaganti per diffamazione. Per ora l'indagine verte sull'uso del profilo anonimo ma l'ispezione a casa ha fatto scoprire agli inquirenti - all'interno di una piccola cassaforte - documenti e lettere ritenute molto interessanti dagli investigatori, con accuse sempre nei confronti degli uomini della Chiesa. Le indagini sono ancora in corso così come lo studio del materiale «interessante» trovato nell'abitazione dell'ex seminarista. Inoltre si stanno attenzionando anche alcuni articoli online ritenuti «sospetti» proprio sulle indagini in corso. Di pari passo continuano gli accertamenti anche informatici e finanziari.
L'ALTRO CASO
Fuori dalle indagini l'eventuale collegamento delle lettere anonime con il dossier del gigolò Mangiacapre anche se potrebbe esserci un collegamento, considerando che alcuni dei nomi apparsi nelle missive anonime sono gli stessi del documento che aveva fatto tanto scandalo circa un anno fa, senza però approdare a nulla di concreto. Per ora la certezza è l'indagato, un ex seminarista del Vallo di Diano che avrebbe dell'astio nei confronti del vescovo e che - inoltre - è stato già denunciato in passato, a Montecorvino Rovella, per lo stesso reato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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