«Gli elevati livelli di debito pubblico che difficilmente diminuiranno nei prossimi anni, la crescita lenta e la mancanza di un'agenda di politica economica coerente». Per Moody's sono questi i fattori principali che motivano «La nostra visione creditizia dell'Italia, valutata al livello Baa3 con outlook stabile». L'agenzia di rating in una nota di aggiornamento precisa che si tratta di una «credit opinion» e non di una decisione sul rating dell'Italia.
«Abbiamo ridotto le nostre previsioni di crescita per l'intero anno a solo lo 0,2% (dallo 0,4% in precedenza)», spiega l'agenzia in merito al pil del 2019 in cui afferma che «prevediamo una performance di crescita leggermente più forte nella seconda metà dell'anno, con tassi di crescita trimestrali dello 0,1-0,2%» grazie «principalmente ai continui sviluppi positivi sul mercato del lavoro e sulle esportazioni».
Moody's ricorda fra i punti di forza dell'Italia «una economia grande e diversificata con un basso debito del settore privato« e »una «gestione professionale dell'elevato debito pubblico con un basso rischio di crisi di liquidità».
Pesa invece «il potenziale di crescita che rimarrà debole in assenza di riforme strutturali, un debito pubblico che resterà elevato e vulnerabile agli choc futuri e la necessità di mantenere la fiducia degli investitori, date le elevate esigenze di rifinanziamento» con circa 280 miliardi di titoli a medio e lungo termine da rifinanziare nella restante parte del 2019 e nel 2020. Per il 2019 Moody' s stima una crescita dell'economia italiana solo dello 0,2% e nel 2020 dello 0,5%, mentre il rapporto debito/Pil dovrebbe salire quest'anno al 133% e quindi roccare il 133,6% nel 2020.