Eutanasia, il cardinale Bassetti:
«Non esiste un diritto alla morte»

Eutanasia, la Cei ora si affida a Giuseppe Conte
Eutanasia, la Cei ora si affida a Giuseppe Conte
di Franca Giansoldati
Mercoledì 11 Settembre 2019, 18:07 - Ultimo agg. 12 Settembre, 07:47
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CITTÀ DEL VATICANO – Il Conte bis riaccende tante speranze ai vertici della Cei. Non solo per la sperata riapertura dei porti e la revisione del decreto sicurezza, anche se il cardinale Gualtiero Bassetti commenta realistico che «naturalmente si tratta di un problema complesso che non si risolve con una battuta». Soprattutto si spera in una legge sulla eutanasia, sulla quale finora in Parlamento non si è mai registrata una convergenza minima sui testi presentati in commissione. Il presidente dei Vescovi ad una settimana dal d-day sul quale sarà chiamata la Consulta a pronunciarsi in assenza di novità parlamentari, ha delineato la questione davanti ad una sala piena di associazioni e diversi parlamentari. 

Sul fine vita «mi aspetto quello che mi ero aspettato dal precedente governo, dalla precedente maggioranza, e che non mi è stato dato. E continuerò anche da solo a lottare per queste stesse cose, perché sono il fondamento non dell'etica cristiana, ma dell'antropologia umana. La vita è il fondamento di ogni antropologia» ha detto il cardinale al convegno intitolato 'Eutanasia e suicidio assistito. Quale dignita' della morte e del morire?'.

L'appello a difendere la vita «è rivolto a tutto il Parlamento, che esprime la volontà di tutto il popolo italiano. La vita non ce la siamo data e così come non ce la siamo data non ce la possiamo togliere. Tutto deve essere pro life, tutto deve essere per la vita. Bisogna cambiare mentalità, convertirsi, non scegliere le strade più semplici».

Bassetti ha poi precisato: «Ho fatto un apprezzamento al presidente Giuseppe Conte nel senso che pensa di poter parlare di questo tema in Parlamento. Una cosa che condivido».

In pratica, chiarisce il cardinale, «Va negato che esista un diritto a darsi la morte: vivere è un dovere, anche per chi è malato e sofferente. Mi rendo conto che questo pensiero ad alcuni sembrerà incomprensibile o addirittura violento. Eppure, porta molta consolazione il riconoscere che la vita, più che un nostro possesso, è un dono che abbiamo ricevuto e dobbiamo condividere, senza buttarlo, perché restiamo debitori agli altri dell'amore che dobbiamo loro».

Il perchè di questo summit nel quartier generale della Cei è sintetizzato in un altro passaggio del discorso di Bassetti: la Consulta decidendo di rinviare la trattazione della questione all’udienza del prossimo 24 settembre, ha invitato nel frattempo il Parlamento a colmare il vuoto giuridico riguardante le situazioni relative al fine vita. Se entro questa data il Parlamento non avrà condiviso un testo unico, la Consulta potrebbe intervenire con una sua sentenza. «Se così avverrà, il Parlamento avrà abdicato alla sua funzione legislativa e rinunciato a dibattere su una questione di assoluto rilievo».

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