Avellino, ultimatum alla Sidigas:
«Pagate arretrati o via dal Partenio»

Avellino, ultimatum alla Sidigas: «Pagate arretrati o via dal Partenio»
di Flavio Coppola
Giovedì 12 Settembre 2019, 09:04 - Ultimo agg. 13:23
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Cinque giorni per pagare gli arretrati o liberare il «Partenio-Lombardi». Questo il messaggio contenuto nella diffida che l'assessore al Patrimonio di Piazza del Popolo, Stefano Luongo, ha inviato ieri alla società «Sidigas» di Gianandrea De Cesare, proprietario dell'Us Avellino, per ottenere la corresponsione di circa 45.000 euro di canoni arretrati per il fitto dell'impianto di via Zoccolari.
 
L'esponente dell'esecutivo Festa è netto: in caso contrario, l'ente risolverà la convenzione. Un'iniziativa forte, insomma, che cade in un momento già difficile per il lupi del calcio e che l'assessore motiva così: «Non è ammissibile che una società accumuli più di un anno di debiti per l'utilizzo dello stadio. Le regole valgono per tutti, ancora di più se il comune è in pre-dissesto. Comprendo la fase di difficoltà in cui versa lo sport avellinese e l'amarezza dei tifosi aggiunge Ma un amministratore che voglia fare il suo dovere è costretto anche ad assumere decisioni impopolari». In ogni caso, Luongo riferisce di aver già esortato, attraverso gli uffici, la Sidigas a versare gli arretrati. Non essendoci stati riscontri, l'ente non avrebbe avuto scelta. Da qui, la partenza di una diffida perentoria.

Gli importi, sulla base della convenzione firmata a giugno, riguarderebbero 5 mensilità: 2 canoni risalenti alla stagione 2018-2019, 3 a quella in corso. L'atto, che ha ripreso i vecchi importi, stabilisce che la società sportiva debba corrispondere al Comune circa 9.500 euro al mese. A caldo, dalla Sidigas, non arrivano dichiarazioni. La so-cietà si trincera nel silenzio in attesa di iniziative che potrebbero essere assunte successivamente in via ufficiale. Un nuovo motivo di contrapposizione, però, riaccende il braccio di ferro già in atto tra l'amministrazione di Piazza del Popolo e la società del gas. Soltanto pochi giorni fa, dal settore Ambiente di Palazzo di Città, era partita una comunicazione altrettanto perentoria con cui l'ente richiedeva circa 450.000 euro, per le royalties degli anni passati. Anche qui, il Comune paventava un'azione coatta in assenza di riscontri. Or la contrapposizione ha preso forma in via ufficiale. E già sta facendo discutere cittadini e tifosi. Quella dell'assessore Luongo, però, sarebbe un'attività avviata ad ampio raggio su tutto il patrimonio comunale. Non solo, dunque, il «Partenio» e il «PaladelMauro», per il quale è già partito il bando dell'affidamento, ma anche le strutture sportive minori come il centro «Huber» di Valle e gli altri contenitori pubblici - vanno messi a reddito. Del resto, le condizioni economiche del Comune di Avellino parlano chiaro.

«Il nostro obiettivo dice Luongo è fare in modo che le strutture comunali portino benefici alla collettività. Servono destinazioni d'uso chiare e precise, e va assicurata massima trasparenza». L'assessore al Patrimonio dichiara guerra «ai contenitori vuoti» e rilancia: «Dobbiamo far comprendere a tutti che le strutture comunali non possono essere gestite abusivamente. Dobbiamo dare un taglio al passato. Prima spiega colpiremo chi non ha pagato, poi immagineremo nuovi criteri per disciplinare per le concessioni e gli affidamenti del patrimonio. Va valorizzato e utilizzato appieno, ma nel segno della legalità». Nei giorni scorsi, il sindaco Gianluca Festa aveva dato per imminente un'altra iniziativa particolarmente attesa: il bando per dare una nuova gestione alla Piscina comunale di via De Gasperi. Dalle notizie che trapelano dal settore Patrimonio di Piazza del Popolo, però, prima della pubblicazione, bisognerebbe attendere gli esiti del pronunciamento del Tar sul contenzioso apertosi tra l'ente e il gruppo Cesaro. Ma la sentenza nel merito è attesa per novembre. Se così fosse, dunque, i tempi si allungherebbero in maniera consistente. Nononstante la convenzione tra le parti sia stata stralciata già da mesi dal commissario Priolo e sia stata espletata pure una manifestazione di interessi per l'individuazione del nuovo gestore.
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