«Anche quest'anno - aggiunge Fausto Longo, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell'Università di Salerno e responsabile dello scavo - l'equipe di ricerca salernitana sta scavando l'edificio sud-est al quale erano state attribuite le terrecotte architettoniche esposte nel Museo, tra i documenti più antichi provenienti da questa zona dell'area archeologica».
Solo a giugno, sempre nell'area archeologica di Paestum, ma questa volta sul versante occidentale delle mura della polis magno-greca, gli archeologi del Parco si erano imbattuti in una scoperta del tutto inattesa: capitelli, colonne, cornicioni e triglifi di un edificio dorico. La scoperta più sorprendente era consistita in un pannello in arenaria decorata con tre rosette a rilievo. Intanto, fervono i preparativi per la mostra che aprirà i battenti il 4 ottobre dal titolo «Poseidonia città d'acqua: archeologia e cambiamenti climatici», la prima che integra il discorso sui cambiamenti climatici con un prospettiva storica e archeologica. L'obiettivo è di attirare l'attenzione sulla capacità delle società umane di comprendere cambianti imprevisti, di adattarsi e ricostruirsi.