Il Gay Pride invade Sorrento, slogan e striscioni in piazza Lauro. Cirinnà: unioni civili primo passo

Il Gay Pride invade Sorrento, slogan e striscioni in piazza Lauro. Cirinnà: unioni civili primo passo
di Ilenia De Rosa
Sabato 14 Settembre 2019, 16:42 - Ultimo agg. 18:27
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«Sono originario di Vico Equense e ho vissuto 12 anni a Bologna: lì ho potuto esprimere con serenità la mia omosessualità. All'epoca la penisola sorrentina era molto chiusa. Oggi lo è di meno. Sono ritornato con l'obiettivo di aiutare questo territorio ad essere più inclusivo». Così Gianluca Paudice racconta la sua esperienza pochi minuti prima della partenza del corteo arcobaleno, che invaderà le strade di Sorrento.

Tutto pronto per il Pride di Sorrento. In piazza Lauro: centinaia di persone appartenenti alla comunità lgbt e non solo stanno preparando i loro striscioni. «Questo Pride mira a dar voce di tutti coloro che in qualche modo si sentono emarginati dalla società» sottolinea Paudice. 

Assente il sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo, che però ha sostenuto l'iniziativa supportandola in ogni sua forma. Tra i presenti la senatrice Monica Cirinnà, Alessandro Cecchi Paone, il consigliere regionale Luigi Cirillo. In tanti stanno ancora arrivando. Slogan della manifestazione «Magnat' 'o limon'». «Ovviamente questa frase non si rivolge ai sorrentini, ma a coloro che si oppongono alla libertà di identità sessuale e di genere» conclude Paudice, tra gli organizzatori dell'evento.
 


«È il primo Pride senza Salvini al Viminale, come ministro degli interni, per cui siamo felicissimi e c'è da festeggiare». Così la senatrice Monica Cirinnà durante il Pride di Sorrento. «È bene manifestare ancora perchè è stato fatto un solo passo avanti, quello sulle unioni civili ma la strada è ancora lunga - continua - Non esiste ancora l'uguaglianza piena. Non c'è riconoscimento per le famiglie arcobaleno. Bisogna spingere per l'attuazione piena dell'articolo 3: tutti uguali, tutti diversi, per gli stessi diritti. Fino alla vera e totale uguaglianza i Pride dovono esserci per dare voce e chiedere i diritti violati».

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