Beppe Grillo: «Da Renzi una minchiata d'impulso, come fatto da Salvini»

Grillo: «Da Renzi minchiata d'impulso, come fatto da Salvini»
Grillo: «Da Renzi minchiata d'impulso, come fatto da Salvini»
Martedì 17 Settembre 2019, 14:21 - Ultimo agg. 20:14
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È servito un segnale dell'Elevato, il sardonico sbeffeggio del fondatore per provare a riportare il sereno nei 5Stelle, sbalorditi per il nuovo colpo di teatro di Matteo Renzi. Beppe Grillo non ci sta a vedere la nuova creatura giallo-rossa come possibile preda dell'ex premier dem e usa ancora una volta l'arma della derisione per cercare di sterilizzare gli effetti potenzialmente destabilizzanti della scissione nel Pd. Accomuna i due Matteo e li accusa entrambi di essere vittime di una «minchiata d'impulso», avverte Renzi che non c'è spazio per «dare seguito a narcisismi» visto che «in questo momento c'è una sola onda, con sopra soltanto due surfisti: Conte e Salvini». Ma lo avverte: minacciare di «far cessare lo scontro fra i due veri ercoli del gradimento» porta con sé «il grave rischio, per il nostro paese, di svegliarci tutti con Pontida capitale». È il timore che serpeggia tra i 5 Stelle, nonostante le parole rassicuranti di Luigi Di Maio. «Nessuna sorpresa. Di certo per noi non rappresenta un problema, anche perché le dinamiche di partito non ci sono mai interessate» tranquillizza il capo politico.

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E con lui, gettano acqua sul fuoco altri esponenti di governo: «nessun imbarazzo o timore: le parole di Conte puntano a tranquillizzare il Pd» dice uno di loro. Anche le due 'pasionariè antirenziane come Paola Taverna e Roberta Lombardi tengono il punto. «Questa Renzata, a noi come M5s, non cambia nulla» dice la vicepresidente del Senato che però avvisa Renzi: «se questa tua incauta operazione dovesse terminare nella caduta del nuovo governo Conte, allora sì che ti chiederemo il conto». E se la Lombardi, come Grillo, accomuna i due Mattei in fatto di «impulsività e narcisismo», un'altra parlamentare «ortodossa» come Dalila Nesci saluta la scissione come un fattore di «chiarezza». Alessandro Di Battista tace ma è dagli iscritti M5s che scrivono sul blog che emerge un serio malcontento. «L'avevamo giurato: mai con loro...» ; «Come fate ad accettare l'appoggio al governo di Renzi?» è il comune grido di sdegno. La contromossa di Renzi arriva intanto in Parlamento mentre il M5s è occupato anche a risolvere le grane interne. Un'assemblea congiunta convocata da Di Maio per discutere della legge di bilancio deve fare anche il punto sulla ripresa dell'attività sia nell'ottica della nuova maggioranza sia dei rapporti interni tra parlamentari ed esponenti dell'esecutivo. Deputati e senatori chiedono da tempo di avere più margini di iniziativa e di riequilibrare i rispettivi pesi: le procedure per il rinnovo dei direttivi parlamentari, da avviare ora per affiancare i parlamentari uscenti, saranno l'occasione per testare se esiste davvero una volontà di rinnovamento.
 

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