Migliaia di fedeli al Duomo per assistere al prodigio di San Gennaro: «Napoli è in mano a lui»

Le parenti di San Gennaro invocano il prodigio
Le parenti di San Gennaro invocano il prodigio
di Antonio Folle
Giovedì 19 Settembre 2019, 14:06 - Ultimo agg. 20 Settembre, 07:03
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San Gennaro mette ancora una volta Napoli e la Campania sotto il suo manto protettore. Alle 10.04 il cardinale Crescenzio Sepe ha annunciato l'avvenuto prodigio della liquefazione del sangue, prodigio da sempre carico di aspettative e buoni auspici per i napoletani. La giornata dei fedeli è cominciata come di consueto all'alba, quando le "parenti" di San Gennaro hanno preso posto nella cappella del tesoro e hanno cominciato a intonare le antiche litanie propiziatorie. In poche ore il Duomo napoletano ha accolto migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. Dai turisti stranieri ai pellegrini venuti appositamente da Benevento, città natale del martire patrono di Napoli.
 


Imponenti le misure di sicurezza, con cordoni di polizia e carabinieri a sorvegliare i varchi di accesso a via Duomo. Non si è registrato alcun incidente di rilievo nonostante l'enorme massa di persone riversata in strada per assistere al prodigioso scioglimento del sangue e nonostante il violento temporale che si è scatenato subito dopo la fine della cerimonia e che ha spinto le migliaia di persone concentrate nello slargo che ospita il Duomo di Napoli ad allontanarsi frettolosamente. Anche quest'anno la liquefazione del sangue di San Gennaro è avvenuta ancor prima che il cardinale Sepe estraesse le ampolle dalla cassaforte. Lo ha annunciato lo stesso arcivescovo di Napoli durante la benedizione impartita ai fedeli festanti.
 
 

La solenne celebrazione religiosa è stata occasione anche per i lavoratori che stanno portando avanti le loro battaglie di far sentire la loro voce. Presenti in piazza delegazioni dei lavoratori di Whirlpool e American Laundry, due vicende che vedono coinvolti migliaia di lavoratori che rischiano di finire licenziati e a cui Sepe ha rivolto parole di incoraggiamento e di speranza. 

Alla celebrazione hanno preso parte, oltre al sindaco Luigi de Magistris e al presidente della Regione Vincenzo de Luca, il Prefetto di Napoli Carmela Pagano, esponenti della chiesa Ortodossa Russa, della chiesa Ortodossa rumena e delegazioni cattoliche provenienti da tutto il mondo. Presenti, tra gli altri, il Principe don Jaime di Borbone, a sottolineare la tradizionale devozione della casa di Borbone a San Gennaro. Devozione che nel 1759 spinse Carlo III, appena nominato re di Spagna, a sottrarre una parte del prezioso contenuto delle ampolle per portarlo con se nella penisola iberica. 

Nel corso della sua lunga omelia Sepe ha voluto sottolineare l'importanza di mettere al centro dell'agenda politica i giovani, le lotte per il lavoro e, soprattutto, la lotta alla criminalità organizzata, vera piaga della città, non dimenticando un accenno ai 70mila giovani che nel 2017 hanno lasciato il sud. «Purtroppo - ha detto - il male che fanno a Napoli i sicari di odio e di violenza è senza limiti. Essi, in effetti, tentano di uccidere sul nascere proprio la possibilità di fare futuro, quindi di guardare avanti, di porre le basi per una vita ordinata, per la crescita di una comunità attenta ai valori fondamentali e orientata al bene comune. Non basta lo sdegno - ha proseguito Sepe - occorre mettere mano con coraggio a ciò che può portare a una reale e concreta inversione di tendenza. E' necessario creare luoghi di aggregazione o di potenziare quelli già esistenti, favorire sviluppo e occupazione, agevolare e sostenere le iniziative lavorative e professionali». 


 

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