Roma, autista Atac pestato da una baby gang: «Roma è pericolosa»

Autista Atac pestato da una baby gang: «Roma è pericolosa»
Autista Atac pestato da una baby gang: «Roma è pericolosa»
Domenica 22 Settembre 2019, 00:39 - Ultimo agg. 17:28
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ROMA Gli aveva soltanto rimproverato di non fumare dentro l’autobus ma loro hanno continuato e, graziati da una presenza esigua di passeggeri a bordo, hanno deciso di sfidare ulteriormente l’autista tirando il gancio di emergenza e bloccando il mezzo. A quel punto il dipendente dell’Atac, Lucio Iannucci, 52 anni e da 30 alla guida di una delle vetture della municipalizzata dei trasporti romani, ha lasciato il posto di guida per disinnescare il blocco e continuare la corsa. È partita la seconda reprimenda al gruppetto di minorenni – tutti italiani tra cui anche una ragazza – che dalla periferia venerdì sera si stava dirigendo nel centro della Capitale per trascorrere la serata in giro per locali. I ragazzini non lo hanno sopportato e così lo hanno prima accerchiato e poi uno di loro gli ha sferrato un pugno in pieno volto fracassandogli il naso. È successo ancora una volta dopo i tanti episodi di aggressioni fisiche e verbali ai danni dei conducenti dell’Atac.

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E ancora una volta a segnare il ferimento di un altro dipendente è un gruppetto di minorenni. Il più giovane ha sedici anni, l’altro quello che poi ha azionato il freno di emergenza, colpendo l’autista al volto perché non tollerava “l’affronto” di essere stato sgridato, un anno in più: 17 ed è già conosciuto dalle autorità per episodi pregressi di rapina. I giovani sono poi scappati, una parte si è dileguata a bordo di un taxi, i restanti sono saliti su un altro bus dell’Atac ma in poco tempo sono stati rintracciati e bloccati dalle Volanti di polizia mentre tranquillamente, come se nulla fosse accaduto, passeggiavano su lungotevere dei Tebaldi, non lontano dalla centralissima zona di Campo de’ Fiori. La loro serata, dopo il pestaggio era continuata, mentre l’autista ha trascorso la notte al policlinico universitario Agostino Gemelli da cui è stato dimesso soltanto ieri in tarda mattinata. Dovrà comunque essere sottoposto a un intervento chirurgico nei prossimi giorni e i medici gli hanno dato 30 giorni di prognosi. Per il diciassettenne è scattata la denuncia per lesioni e interruzione di pubblico servizio e ieri mattina, intorno alle 5, è stato riaccompagnato a casa dai genitori, ignari di quello che fosse accaduto. A procedere, il commissariato Aurelio dove il 17enne insieme agli altri è stato condotto, confessando poi di essere stato lui a picchiare l’autista. Restano al vaglio le posizioni degli altri suoi compagni, tutti identificati, che hanno detto tuttavia di non aver preso parte al pestaggio né di aver toccato il gancio per frenare la vettura, coprendo solo l’amico. 

LA DINAMICA
Tutto inizia venerdì sera intorno alle 23.30 quando il bus della linea 46, che dalla stazione di Monte Mario arriva a piazza Venezia attraversando gran parte della periferia nordovest di Roma, si lascia alle spalle via di Bonifazi e imbocca via di Boccea. Dopo pochi minuti, all’altezza del civico 139, si consuma l’aggressione. Il gruppetto di giovani, fin da quando era salito a bordo del mezzo, aveva iniziato a dar fastidio. Grida, risate sguaiate, sigarette accese. Iannucci ha provato a frenarli mentre guidava il mezzo ma loro imperterriti hanno continuato a dar fastidio fino al punto di bloccare l’autobus e incitandosi a vicenda per aggredire poi il conducente, colpevole solo di aver cercato di far rispettare determinate regole. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ieri su Twitter ha espresso la sua «solidarietà» all’autista ferito: «Sono episodi – ha commentato la prima cittadina – inaccettabili e vergognosi». Situazioni su cui ora i sindacati di categoria pretendono risposte e soluzioni da parte dell’amministrazione comunale.

«CLIMA DA GUERRIGLIA»
«Questo clima di guerriglia urbana – tuona il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci – deve al più presto finire: l’ennesima, gravissima aggressione ad un autista Atac rende necessario un intervento incisivo dei soggetti competenti. Per parte nostra, non siamo disposti ad attendere ulteriormente che si adottino misure adeguate, mentre la sicurezza dei lavoratori è a rischio». Quello di venerdì, infatti, non è il primo episodio di violenza contro un dipendente dell’Atac. Le cronache annoverano tanti altri episodi, compiuti anche contro le donne che lavorano in azienda e guidano i mezzi. Senza contare l’escalation di atti vandalici messi a segno contro le vetture in tante “sassaiole” che si sono verificate soprattutto in periferia, ai danni di quelle linee che attraversano territori difficili. «La sicurezza – aggiunge Simone Ruggeri, segretario di Cambiamenti M410 – è bassa, gli autisti sono costretti a turni molto lunghi anche se hanno più di vent’anni di servizio alle spalle, bisognerebbe mappare le linee a rischio in certi orari e servirle con delle vetture chiuse e se queste non ci sono, il problema è della politica». 

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