Un vescovo rompe il tabù al Sinodo, preti sposati necessari per colmare la mancanza di vocazioni

Un vescovo rompe il tabù al Sinodo, preti sposati necessari per colmare la mancanza di vocazioni
di Franca Giansoldati
Mercoledì 9 Ottobre 2019, 16:40 - Ultimo agg. 19:17
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Città del Vaticano - Al terzo giorno un vescovo squarcia il velo di silenzio e ipocrisia che per mesi è stato posato sul sinodo in Amazzonia a proposito del celibato sacerdotale. Nelle fasi della preparazione dell'assemblea la linea ufficiale è che non se ne sarebbe parlato e che il tema non avrebbe fatto breccia. Stamattina il vescovo tedesco Erwin Krautler - per anni missionario in quelle zone - ha detto chiaro e tondo che non c'è altra strada ai preti sposati per sopperire alla mancanza di sacerdoti che possano celebrare la messa, garantendola ogni domenica.

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 Krautler, vescovo prelato emerito di Xingu, in Brasile, nel corso del briefing per fare il punto sul Sinodo dedicato all'Amazzonia ha parlato chiaramente. Il presule nell'aprile 2014 aveva incontrato il Papa sulla questione dei viri probati. Oggi ha detto che «i popoli indigeni non considerano il celibato. Per loro non c'è altra strada rispetto ai viri probati».

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La questione viri probati al Sinodo resta un nodo discusso, un tema scivoloso perchè a detta di molti potrebbe portare alla abolizione in toto del celibato.

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«Quando le popolazioni indigene mi hanno visto la prima volta, mi hanno detto: 'Ma dove è tua moglie?'. Io ho detto che naturalmente non avevo una moglie ma per gli indigeni non vale proprio la legge del celibato. Questa mia confessione ha fatto loro tristezza». Il fatto è che in Amazzonia «ci sono migliaia di indigeni che non hanno l'eucaristia se non due o tre volte l'anno. Noi vogliamo che questi nostri fratelli e sorelle abbiano un tavolo di Parola ma anche di eucaristia. Secondo me la questione eucaristia è superiore al celibato».

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