Droga e teppisti a Napoli, il parroco chiede aiuto: «Hanno dato fuoco alla chiesa»

Droga e teppisti a Napoli, il parroco chiede aiuto: «Hanno dato fuoco alla chiesa»
di Maria Chiara Aulisio
Mercoledì 9 Ottobre 2019, 23:00 - Ultimo agg. 10 Ottobre, 09:16
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Don Salvatore Giuliano, giovane e tenace parroco della basilica di San Giovanni Maggiore, una delle chiese più antiche della cristianità, nel cuore della Napoli storica, aspetta di essere ricevuto dal questore. La sua, o meglio, la loro, è una questione di sicurezza. La scorsa settimana - ma si tratta solo dell’ultimo episodio in ordine di tempo - qualcuno ha dato fuoco alla cappella dei musici, più nota come l’Ecce Homo, sempre sotto l’egida del sacerdote, che non è andata completamente distrutta solo grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco che in pochi minuti sono riusciti a domare le fiamme che già lambivano anche l’altare. Colpa della solita banda di giovani che - tra alcol e droga di ogni genere - passa le serate, anzi le nottate, occupando l’area che circonda la chiesa. 
 
Una situazione insostenibile che da mesi don Salvatore denuncia, invano, con forza: «Pensate che qualche sera fa, mentre tornavo in parrocchia, hanno provato a vendere della roba anche a me - racconta il prete - indossavo un paio di jeans e una maglietta blu, mi hanno scambiato per un avventore in cerca di emozioni forti: “Hashish, marijuana, pasticche?”, c’era solo l’imbarazzo della scelta, avrei potuto acquistare di tutto. Per fortuna ero a pochi passi dalla chiesa». Spaccio, alcol a fiumi e delinquenza. La zona è letteralmente assediata e don Salvatore è diventato il punto di riferimento per residenti e commercianti. Non solo. «Gli anziani sono davvero disperati - racconta - qui ormai non si dorme più: baccano fino all’alba. Quando vado a benedire le case raccolgo i loro sfoghi: alcuni di loro dormono con le cuffie antirumore molto simili a quelle che usano gli operai al lavoro con il martello pneumatico. Mi fanno una grande tenerezza, mi dicono “padre, faccia qualcosa”, ma non so più come aiutarli».

L’ultima speranza, il sacerdote di San Giovanni Maggiore, l’ha riposta nell’imminente incontro con il questore al quale chiederà soprattutto maggiori controlli. A cominciare da quelli da mettere a segno nei confronti di chi vende alcol ai minori: da una certa ora in poi sono tutti ubriachi e, tra questi, i ragazzini sono sempre di più. Una situazione d’allarme che, nel fine settimana, diventa assolutamente insostenibile: «Qui c’è chi sta vendendo le case, meglio andar via prima che sia troppo tardi, dicono. Se si va avanti così - spiega ancora il parroco - in questa zona, ma direi in buona parte del centro storico, rimarranno solo bed and breakfast. E sarà un vero peccato». 

Pochi controlli, dunque, ma tanta criminalità e spaccio. Non solo nelle ore serali. Nella zona che circonda la basilica, il via vai di tossicodipendenti non conosce tregua. Basta guardarsi intorno per riconoscere chi è lì per vendere droga. Non si contano le denunce inoltrate alle autorità competenti da don Salvatore, ma anche da gruppi di residenti fortemente intenzionati a non mollare. Al momento, però, nessun risultato. «Non mi abbatto - conclude il parroco - la mia battaglia per la legalità prosegue: chi vive qui va protetto». Anche da quanti si divertono ad appiccare il fuoco e poi a scappar via. Lo fanno spesso, sembra quasi un passatempo per le bande della zona: entrano in azione sempre dopo le due, incendiano tutto quello che trovano e aspettano che le fiamme divampino. Così si è rischiato che un pezzo d’arte e di storia come la cappelletta dei musici andasse distrutta. Le telecamere, se ci sono, non funzionano: spacciatori, incivili e delinquenti agiscono indisturbati.
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