Napoli: allarme meningite al Cotugno, grave bambina di due anni

Napoli: allarme meningite al Cotugno, grave bambina di due anni
di Ettore Mautone
Sabato 12 Ottobre 2019, 23:00 - Ultimo agg. 13 Ottobre, 09:18
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È in rianimazione al Cotugno, in cura per una grave sepsi generalizzata e meningite, una bimba di due anni di Boscotrecase. Dopo tre giorni di febbre la piccola è stata prima ricoverata all’ospedale della zona vesuviana e venerdì mattina, alla comparsa delle prime lesioni emorragiche (piccole macchie su tutto il corpo segno inequivocabile di un’infezione generalizzata) è stata trasferita d’urgenza al Santobono e da qui al pronto soccorso del Cotugno.
 
I sanitari del polo infettivologico hanno capito la gravità del caso e trasferito la piccola in rianimazione. Qui sono partite subito le terapie in base a un collaudato protocollo in grado contrastare la grave alterazione della coagulazione (gli antibiotici in questi casi non bastano). Dai tamponi è stato individuato il microrganismo responsabile dell’infezione. Il laboratorio di analisi dell’Azienda dei colli, guidato da Luigi Atripaldi, è l’unico in Campania attrezzato per eseguire tali indagini in urgenza. Il primo responso ha confermato che all’origine dell’infezione C’è il temuto meningococco, un batterio infettivo e contagioso, di cui ora si aspetta di conoscere il sierotipo, tra i più comuni ceppi diffusi alle nostre latitudini.

Dopo la segnalazione sono partite le profilassi su genitori e parenti e sulle persone venute a stretto contatto con la bambina. A rendere, in un primo momento poco chiaro il quadro clinico è stata la mancanza di segni evidenti di sofferenza neurologica poi sopraggiunti al Cotugno, ma sempre in maniera sfumata. Non è stato finora necessario intubare la bambina che sta fortunatamente rispondendo alle terapie ed è assistita con altri supporti alla respirazione che resta spontanea anche se la prognosi è riservata. 

«Il particolare protocollo di trattamento delle meningiti e contro le sepsi, messo a punto presso la rianimazione del Cotugno - avverte il manager Maurizio Di Mauro - in base alle evidenze riportate dalla letteratura internazionale, riscontra un’efficacia mediamente molto superiore scontando una mortalità significativamente più bassa rispetto ad altri centri clinici specializzati a livello internazionale. Per questo stiamo lavorando per valorizzare al massimo le attività di questo ospedale, una risorsa di eccellenza per l’intera rete sanitaria campana». La meningite è una malattia tempo dipendente: dalla comparsa delle prime macchie emorragiche - soprattutto alle dita e alle estremità, segni inequivocabili della progressiva alterazione della coagulazione dovuta alla diffusione nel sangue e in organi e tessuti delle tossine batteriche - ci sono solo poche ore per intervenire con le giuste terapie prima che la situazione diventi irreversibile e invariabilmente. 

In questo caso dalle prime confortanti notizie cliniche pare si sia riusciti a interrompere il processo in tempo utile. La bambina non è vaccinata: contro la meningite i vaccini disponibili (tetravalente contro i ceppi A, C, W e Y e contro il ceppo B che richiede tre richiami) non sono obbligatori ma consigliati. Il vaccino, viene detto dai sanitari del Cotugno, sono fondamentali per prevenire la malattia o attenuare la sua evoluzione. Anche se la meningite è una malattia relativamente rara le conseguenze sono spesso gravissime e mortali. Nel 2019 presso la rianimazione del Cotugno sono stati trattati 12 casi a cui si aggiungono altri 8 in reparto per un totale di circa 20 casi. 

Altri pazienti hanno contratto forme da pneumococco (non contagioso) e virali. La mortalità è stata in tutti i casi piuttosto bassa. Un altro caso sospetto ricoverato venerdì al Cotugno, proveniente dall’ospedale del mare, si è rivelato invece probabilmente causato da uno staffilococco aureo che ha provocato una endocardite e emboli diffusi. Sempre ieri è stata dimessa una ragazza di 18 anni che si è svegliata dal coma dopo oltre un mese e mezzo di ricovero a causa di una grave forma di leptospirosi. 
 
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