​Giallo in Congo, marinaio napoletano muore su piattaforma

​Giallo in Congo, marinaio napoletano muore su piattaforma
di Domenico Ambrosino
Venerdì 21 Novembre 2014, 09:25 - Ultimo agg. 09:27
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Procida. Fabio Grissino, 52 anni, marittimo procidano, è morto a bordo della piattaforma petrolifera dove lavorava al largo del Congo.

La notizia ha precipitato nella disperazione tutta la famiglia. Il padre Tommaso, la mamma Lucia, le sorelle Augusta e Cinzia, il fratello Ciro, sommozzatore della Marina militare, la compagna Gabriella sono annichiliti dal dolore. Ma l'isola intera è rimasta sconvolta: Fabio era una persona amabile, sognatore, dotato di una forte volontà. Il suo motto sul facebook è eloquente: «Niente è impossibile se lo si vuole veramente».

Dopo aver conseguito il diploma presso l'istituto nautico isolano «F.

Caracciolo», Fabio aveva navigato per alcuni anni. Poi aveva aperto un'attività commerciale nell'isola. Ma il richiamo del mare si era fatto sentire. Per cui aveva colto l'opportunità offertagli dalla società francese «Servtec», di lavorare a bordo di una piattaforma petrolifera, situata nel tratto di mare, a largo di Pointe Noire, una cittadina della Repubblica del Congo, capoluogo dell'omonimo distretto e della regione del Kouilon.

La «Servtec» è una società francese, operante in Congo, Angola, Qatar e Filippine, che fornisce infrastrutture e tecnici nel campo dell'estrazione petrolifera e mineraria. Grissino occupava il ruolo di «esperto marittimo».

Un lavoro duro, faticoso, irto di pericoli, ma che consentiva a Fabio di avere un piede a terra, nel senso che, come da contratto, dopo un mese a bordo, tornava a Procida per restarci altrettanti 30 giorni prima di tornare in mare. Nei giorni scorsi Fabio era in procinto di tornare a casa, il suo turno di lavoro stava per terminare. Ma il destino ha deciso diversamente. La dinamica dell'incidente che ha causato la sua morte non è nota. Le notizie fornite dalla «Severtek» non fanno luce sull'accaduto. Si sa soltanto che le autorità congolesi hanno aperto un'inchiesta per accertarne le cause. La salma dello sfortunato marittimo potrebbe essere trasferita nell'isola fra una settimana.

Il sindaco di Procida Vincenzo Capezzuto sta cercando di velocizzare al massimo le pratiche burocratiche relative al trasferimento. La morte di Fabio Grissino, al di là del dolore e della commozione emotiva, ha lasciato nell'isola una scia di dolorosa amarezza sociale. «La morte di un marittimo, per di più per un incidente sul lavoro, non trova mai l'eco che merita sui mass media - dicono al Circolo Capitani e Macchinisti di Marina Grande. Nell'isola la tematica della sicurezza sul lavoro è stata rilanciata qualche mese fa dal «Premio Hereos», un concorso letterario scritto promosso dal medico del lavoro Attilio Cesarano.

Al premio hanno partecipato centinaia di studenti dell'istituto superiore isolano che hanno raccontato i tanti pericoli del lavoro marittimo. Il prof. Michele Romano va oltre. «Questa dolorosa via crucis dell'amato Fabio non si fermi al solo momento emotivo, ma costituisca la spinta ad un forte ripensamento di come ricostruire il nostro vissuto comunitario, cominciando proprio dall'attenzione e l'impegno verso la salvaguardia dei marittimi».