Le preferenze |Consiglio, flop Mussolini, fuori Malvano, Ferrillo, Pisani e lady Mastella. Impresentabili, ce la fanno in tre

Le preferenze |Consiglio, flop Mussolini, fuori Malvano, Ferrillo, Pisani e lady Mastella. Impresentabili, ce la fanno in tre
Lunedì 1 Giugno 2015, 14:29 - Ultimo agg. 2 Giugno, 00:50
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Figli di, tra new entry e conferme in Consiglio regionale. Sono i nomi che emergono nelle ultime fasi dello scrutinio, quando si delinea la composizione dell'aula dopo la vittoria di Vincenzo De Luca.



Boom per Cesaro jr nel centrodestra. Ma già si registrano i primi flop eccellenti: pochi voti rispetto al previsto per Alessandra Mussolini, capolista di Forza Italia; l'ex questore Malvano resta fuori dal Consiglio così come l'attivista per la Terra dei Fuochi Angelo Ferrillo, l'avvocato Angelo Pisani e Sandra Lonardo, lady Mastella.



Alessandrina Lonardo Mastella, inserita nella lista dei cosiddetti «impresentabili» della Commissione Antimafia, prende 10.213 voti nella circoscrizione di Benevento. «Abbiamo portato Forza Italia al 23 per cento in provincia di Benevento - commenta Lonardo Mastella - e per quanto mi riguarda ho ottenuto 10.097 voti, che rappresentano un autentico primato nel rapporto tra voti e popolazione. Sono serena - aggiunge - ma ritengo ingiusta una legge regionale che espropria della sua territorialità una provincia già piccola. Questo non è assolutamente un bene per il già precario rapporto tra cittadini ed istituzioni». Lonardo, inserita nella lista degli impresentabili dell'Antimafia per le accuse nell'inchiesta del 2008 sulla sanità campana che portò alle dimissioni del marito, Clemente Mastella, all'epoca Ministro di Giustizia, e alla caduta del Governo Prodi, ha infine ringraziato le elettrici e gli elettori «per l'incredibile apporto umano e politico che - ha detto - mi hanno dato».



Delusione anche per Eleonora Brigliadori (Verdi) che dice: «Mi mancano 3000 preferenze. Qualcosa non torna». Non tornerà in Consiglio Regionale, Sergio Nappi, l'ex sindaco di Monteforte Irpino (Avellino), finito alla vigilia del voto del 31 maggio nell'elenco dei cosiddetti candidati impresentabili stilato dalla Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Rosi Bindi. Nappi, eletto nel 2010 con 5.318 voti nella lista «Noi Sud», che sosteneva Stefano Caldoro, ricandidato il 31 maggio nella lista «Caldoro Presidente», ha ottenuto soltanto 2.122 voti. Non rieletta anche l'altra consigliera uscente, Antonia Ruggiero, che nel 2010 ottenne nella lista del Pdl 11.420 voti, candidata oggi nella stessa lista di Nappi, che ha ottenuto 2.409 voti. Sergio Nappi è comparso nell'elenco della Commissione in quanto sottoposto a giudizio davanti al Tribunale di Avellino, per tentata concussione: nel 2010, da sindaco di Monteforte, e candidato al Consiglio regionale, aveva rimosso tre suoi assessori, dai quali era stato denunciato, in quanto non intendevano sostenerlo nella competizione elettorale. Nappi, dopo aver annunciato in un primo momento l'intenzione di querelare la presidente Bindi per diffamazione, ha ritirato questo proposito, «certo di poter dimostrare con assoluta trasparenza», l'errore di valutazione della Commissione. Intanto, dei quattro seggi assegnati alla circoscrizione di Avellino, in attesa dei conteggi complessivi sulle percentuali delle singole liste, soltanto due hanno un eletto certo: si tratta dell'uscente Rosetta D'Amelio (Pd), che ha ottenuto 10.729 voti, e Carlo Iannace, candidato con la lista «De Luca Presidente», che ha incassato 8.560 preferenze. Su Iannace, direttore della Breast Unit dell'Azienda Ospedaliera di Avellino, pesa il processo in corso davanti ai giudici del Tribunale di Avellino per truffa e falso, in relazione ad interventi di chirurgia estetica che sarebbero stati fatti passare per interventi oncologici. Il processo è arrivato alle battute finali: nella sua requisitoria, il pm ha chiesto per Iannace la condanna ad otto anni di reclusione.



E veniamo ai cosiddetti «impresentabili» che invece ce l'hanno fatta. Condannato per abuso di ufficio in primo grado, con la sua affermazione l'ex sindaco di Salerno ha consentito alla coalizione di centrosinistra di strappare la Campania al centrodestra. Per lui quasi un milione di voti, con il pieno fatto nella sua Salerno, ma una buona performance anche a Napoli. Con lui ce la fanno in Campania, ma nello schieramento avverso di centrodestra, anche Alberico Gambino, ex sindaco di Pagani (Salerno) e già consigliere regionale, arrestato e poi condannato a due anni e 10 mesi per violenza privata.
Assolto dalle più gravi accuse di collusione con la camorra, torna in Consiglio con oltre 10.500 voti nella lista di Fratelli d'Italia. Sempre con Fratelli d'Italia, ma a Napoli, spunta l'elezione con oltre 5000 preferenze Luciano Passariello, ex Forza Italia indagato dalla Dda di Cagliari per una storia di riciclaggio. Tra i nomi noti resta fuori invece Alessandrina Lonardo, al secolo Lady Mastella, a processo per l'inchiesta del 2008 sulla sanità campana che portò alle dimissioni del marito, Clemente Mastella, all'epoca Ministro di Giustizia, e alla caduta del Governo Prodi. Nonostante la buona affermazione in quel di Benevento, con oltre diecimila preferenze, non è scattato per lady Mastella e per Forza Italia il seggio che l'avrebbe riportata nel consesso di cui è stata anche Presidente. Bocciati tutti gli altri: da Antonio Agostino Ambrosio (Fi), una condanna patteggiata per concussione ai tempi in cui era sindaco di San Giuseppe Vesuviano (Napoli) a Fernando Errico (Ncd). Sfortunato quest'ultimo (7000 preferenze), perché il seggio per Ncd a Benevento era scattato, ma per un gioco di resti è stato attribuito al candidato presidente collegato. Male la pattuglia candidata con la Lista Popolari per l'Italia composta da Francesco Plaitano (291 voti), accusato a Salerno per «ruolo direttivo in associazione mafiosa» e condannato in primo grado a 4 anni di reclusione per estorsione, e Raffaele Viscardi, rinviato a giudizio per vari reati tra cui abuso d'ufficio e corruzione che di voti ne ha presi 877 voti. Non si può prendere in considerazione la corsa di Antonio Scalzone, candidato anche lui con Popolari per l'Italia, che aveva già formalizzato il ritiro della sua candidatura prima di essere inserito nella lista dell'Antimafia. Alla fine per lui comunque 56 voti. Resta fuori dal Consiglio anche Carmela Grimaldi, candidata nella lista Campania in Rete (De Luca): per lei solo 207 voti. Bocciati in Campania anche Domenico Elefante (1077 voti con Centro Democratico) e Sergio Nappi (1.922 preferenze) nella lista Caldoro Presidente. Non è andata meglio ai quattro «impresentabili» pugliesi, tutti non eletti: Enzo Palmisano, Giovanni Copertino, Massimiliano Oggiano e Fabio Ladisa; stando ai dati raccolti dai comitati elettorali dei partiti di riferimento non sono stati premiati dal voto degli elettori. Per loro il marchio di impresentabili fa rima con bocciati.




Nell'area dell'ex maggioranza tornano in Consiglio gli assessori regionali uscenti Pasquale Sommese (Ncd) ed Ermanno Russo (Fi). Nel Pd il più votato è il consigliere uscente Mario Casillo: dietro lui tornano in Consiglio Lello Topo, Nicola Marrazzo e Antonio Marciano. Tra le new entry Gianluca Daniele della Cgil.



Ma quello che prende forma pare essere soprattutto il Consiglio regionale di figli d'arte. A cominciare da Armando Cesaro, che è figlio del deputato Luigi Cesaro e che è il più votato di Forza Italia con oltre 22 mila preferenze. Con lui prima volta anche per Enza Amato, figlia di Tonino Amato, storico esponente del Pds e del Pd napoletano. Approda nell'assemblea campana anche Giampiero Zinzi, figlio dell'ex presidente della Provincia di Caserta Mimi' Zinzi. Mentre è il primo dei non eletti a Salerno Federico Conte, figlio dell'ex ministro socialista Carmelo Conte.



Da Caserta ok anche al presidente del Pd campano Stefano Graziano e agli uscenti Massimo Grimaldi (Caldoro presidente) e Gennaro Oliviero (Pd). Resta fuori dal Consiglio, invece, Sandra Mastella cui non sono bastate oltre 10 mila preferenze nella sua Benevento perché scattasse il seggio. Ma fanno rumore anche le esclusioni eccellenti di Alessandra Mussolini (poco più di 2200 voti per la capolista di Forza Italia) e di Eleonora Brigliadori (Verdi) , che chiude con 228 preferenze.



Infine, superano il marchio di «impresentabili» impresso loro dalla Commissione Antimafia i Fratelli d'Italia Luciano Passariello e Alberico Gambino.




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