Lavoro, ecco il piano del governo
meno tasse sulle tredicesime
aumenti di 100 euro in busta paga

Il ministro Enrico Giovannini
Il ministro Enrico Giovannini
di Giusy Franzese
Lunedì 16 Settembre 2013, 09:06 - Ultimo agg. 17 Settembre, 09:01
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ROMA - Oltre all’Irap e ai contributi Inail, entrano anche le tredicesime nel men di misure che il governo ha intenzione di varare con la prossima legge di stabilità per dare una spinta alla ripresa in arrivo. Attenzione però: stiamo parlando delle tredicesime del 2014 e comunque per ora si tratta sempre di ipotesi da verificare e vagliare attentamente. È però un’ipotesi reale che si basa sul seguente obiettivo: fare in modo che il taglio del cuneo fiscale chiesto a gran voce dalle parti sociali e promesso dal premier Letta, non vada solo ad esclusivo vantaggio delle imprese (cosa comunque importante per rilanciare gli investimenti), ma sia anche concretamente percepito dai lavoratori e più in generale dalle famiglie.





I NUCLEI FAMILIARI

Insomma la strada che potrebbe essere imboccata è quella dell’intervento su due fronti: lavoro e sociale. Ed ecco che a dicembre del 2014 le tredicesime dei lavoratori dipendenti potrebbero essere più pesanti: si sta ragionando intorno ad un aumento secco di 100 euro. Su una platea di circa undici milioni di lavoratori dipendenti, basterebbe poco più di un miliardo e 100 milioni di euro. Cifra che deve essere raddoppiarsi se, come sembra, l’aumento verrà corrisposto anche alle pensioni più basse (fino a 2/3 volte il minimo). La misura sarebbe alternativa alle altre di aumento di detrazioni e deduzioni Irpef (che tra l’altro avrebbero tra le controindicazioni la nota questione degli "incapienti"). Con qualche soldino in più a disposizione delle famiglie nel periodo di Natale si spera di avere un effetto positivo a cascata anche sui consumi.





LAVORO MENO CARO

Che su lavoro e impresa in Italia ci sia un eccessivo carico fiscale è ormai un dato di cui tutti sono consapevoli. Non sarà facile, però, accontentare gli industriali che - di fronte ad una pressione fiscale effettiva arrivata al 53,5% - chiedono un taglio di almeno 4-5 miliardi di euro nel 2014. Si profila, invece, un intervento di minore entità. Non per questo meno efficace, fanno notare autorevoli fonti governative. Sul tavolo in questo momento sono due le ipotesi con maggiori chance: una riduzione dei contributi non previdenziali (Inail), il potenziamento della riduzione Irap in continuità con quanto stabilito dalla scorsa legge di stabilità. In quell’occasione - a valere dal primo gennaio 2014 e per un costo complessivo di un miliardo di euro - furono aumentati le deduzioni forfettarie previste a fronte dell’impiego di dipendenti a tempo indeterminato, under 35 e donne. Si è arrivati così a 15.000 euro (da 9.200) per i dipendenti nelle regioni del Mezzogiorno, 7.500 (da 4.600) nel resto d’Italia. Le deduzioni, in base a quanto già previsto dalla legge di stabilità del 2013, arrivano a 21.000 euro annui (da 15.200) nelle regioni svantaggiate per gli under 35 e le donne, a 13.500 (da 10.600) per le stesse tipologie nelle altre zone. La legge poi ha aumentato anche le deduzioni in base a determinate soglie di reddito dell’impresa. L’idea è quella di potenziare il meccanismo con la nuova legge di stabilità in preparazione. Magari mettendoci su un altro miliardo, un miliardo e mezzo. Identico il principio che probabilmente sarà utilizzato per dare nuova linfa all’occupazione giovanile: potenziare in continuità gli incentivi esistenti per le stabilizzazioni e i neoassunti a tempo indeterminato under 29.
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