Napoli, 25 anni dal trionfo di Stoccarda in Coppa Uefa. Ferrara: «Eravamo i più grandi»

Napoli, 25 anni dal trionfo di Stoccarda in Coppa Uefa. Ferrara: «Eravamo i più grandi»
di Angelo Rossi
Sabato 17 Maggio 2014, 08:27 - Ultimo agg. 16:11
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Venticinque anni fa, 17 maggio 1989: Neckarstadion di Stoccarda, minuto 40 del primo tempo. Corner di Maradona, ribatte il tedesco Hartmann, giusto?

«Giusto, dopo quella ribattuta qualcosa mi dice di restare in area di rigore». Il ricordo di Ciro Ferrara è nitidissimo. Diego rimette la palla dentro di testa senza farle toccare terra, un cross d’altri tempi. «E arrivo io che tiro al volo di destro. Faccio gol alla Careca e divento pazzo».



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El pibe disse: non so come abbia fatto a segnare una rete così con quei piedi che si ritrova.

«E io 25 anni dopo ancora non mi spiego come sia riuscito a crossare in quella maniera di testa».



Un quarto di secolo oggi, un’eternità alla quale fanno compagnia ricordi incredibili.

«Atmosfera straordinaria, un fiume di napoletani invase Stoccarda. Erano ovunque, in città, fuori l’albergo, allo stadio. Avevamo un obbligo morale nei confronti loro e dei tanti emigranti che vivevano in Germania, ci fecero sentire a casa nostra. Era Stoccarda ma noi pensavamo di essere al San Paolo. All’andata il 2-1 ci trasmise un po’ di tensione ma c’era la consapevolezza di potercela fare. Quella marea azzurra fu la spinta decisiva per portare la Coppa a casa».



Percorso netto e trofeo strameritato.

«Non la facemmo buona a nessuno. Nemmeno alla Juve, nei quarti di finale: 3-0 con gol all’ultimo secondo dei supplementari. Capolavoro in semifinale contro il Bayern e trionfo finale a Stoccarda».



Torniamo a quella serata.

«Rete di Alemao, pareggia Klinsmann e poi il mio 2-1. Fu il gol che ammazzò i tedeschi e caricò a mille il Napoli. A inizio ripresa, capolavoro di Careca che era sceso in campo con quasi 40 di febbre. E poi festa e champagne in campo, negli spogliatoi, in albergo, in aereo, ovunque. Il punto più alto nella storia del Napoli, che si ritrovò in cima all’Europa».



Venticinque anni dopo Ciro Ferrara è ambasciatore dell’Europa League.

«Sognavo una finale a Torino tra Juve e Napoli. Il nostro campionato non è il più spettacolare ma resta il più difficile. A livello finanziario non siamo competitivi con le altre nazioni e quindi c’è difficoltà ad investire nei grandi campioni. Non so se siamo in crisi ma sono davvero lontani i tempi in cui piazzavamo più o meno sistematicamente le nostre squadre nelle varie finali di Coppa».



Due napoletani sono stati protagonisti in campionato e stanno per staccare il biglietto per il Brasile: Immobile e Insigne.

«Tutti e due meritano di giocare il Mondiale, Napoli ha sempre regalato talenti al football italiano».

Da noi si pesca sempre bene, vero Ferrara?

«Vorrei che nessuno venisse nella nostra terra a portare via i campioncini e che il Napoli fosse più attento. Ve lo dice uno che portò Immobile dal Sorrento alla Juve per appena 90mila euro».