Terra dei fuochi: flop dei militari, vince l'economia illegale

Terra dei fuochi: flop dei militari, vince l'economia illegale
di Antonio Menna
Domenica 6 Luglio 2014, 21:01 - Ultimo agg. 21:05
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Cresce la polemica sui dati dell'incremento dei tumori nella Terra dei Fuochi e sul fallimento della strategia contro i roghi tossici. Stamattina, don Maurizio Patriciello terrà una conferenza stampa nella sua parrocchia di San Paolo Apostolo, a Caivano, chiedendo le dimissioni dei vertici aziendali delle Asl di Caserta e Napoli. «Cosa c'è ancora da ricercare e dimostrare - dice - davanti all'evidenza della devastazi

one causata da roghi tossici ed esposizioni a sostanze cancerogene "sversate" o "intombate" nei nostri terreni? Niente.

C'è solo da agire». Ma agire come? Crescono, contemporaneamente alle polemiche, le domande. Perchè si continua a bruciare, nonostante una legge che ha inasprito le pene, e malgrado il dispiegamento sul campo dell'Esercito, con 25 pattuglie al giorno? Perchè nessuno riesce a fermare questa incredibile catena di delitti verso l'ambiente e le persone che, da anni ormai, tiene sotto scacco un'area di 57 comuni tra Napoli e Caserta?

«La mia risposta è semplice. Non abbiamo aggredito l'elemento centrale della questione». A parlare è il generale Sergio Costa, da un mese Comandante per la Campania del Corpo Forestale dello Stato, che avrà nelle prossime settimane un ruolo determinante nel monitoraggio dei terreni agricoli inquinati. «Ci sono più facce nella vicenda Terra dei fuochi - continua-, ci sono i rifiuti interrati, che avvelenano la terra e le falde acquifere, e ci sono i roghi, che appestano l'aria. Sono fenomeni diversi ma hanno un elemento comune, si tratta dell'economia illegale del territorio. Perchè si dà fuoco ai rifiuti? Come nasce un rogo tossico? Non si tratta di teppisti o di piromani, salvo qualche raro caso. Il rogo è l'elemento finale di una catena di interessi. L'area tra Napoli e Caserta, non a caso, è nota per essere la capitale del tarocco. A Napoli, diciamo 'il pezzotto', cioè la contraffazione commerciale. Qui si fabbricano scarpe false, abiti con marchi di lusso non autentici. Qui c'è una economia diffusa, sommersa, che sfugge al fisco e a qualunque norma. I rifiuti industriali di una economia illegale possono essere smaltiti legalmente? Certo che no. Allora si attiva lo smaltimento clandestino, che ha come ultimo anello l'interramento o il rogo».

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