La carne del maggiordomo 

Venerdì 13 Settembre 2013, 12:11
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Esce da Adelphi “Un gomitolo di concause” che raccoglie 44 lettere spedite da Carlo Emilio Gadda a Pietro Citati. E lui contento ribadisce il concetto di privato gaddiano in interviste e articoli. E a leggere vengono i brividi, non per quello si scopre di Gadda – mille nevrosi, poca praticità nella vita, terrore per tasse e matrimonio – ma perché tutto questo non aggiunge niente alla perfezione delle sue parole, delle sue pagine. Proprio niente. Rendere umano uno scrittore non serve alla sua produzione, anzi. C’è bisogno di vendersi il privato di un amico in nome di un presunto retroterra letterario? Poi, leggo l’intervista a Citati uscita sul “Giornale” e capisco tutto, siamo in zona “Quel che resta del giorno”, lui è Mr. Stevens (protagonista del romanzo di Ishiguro e del film di Ivory), per l’occasione: il maggiordomo di casa Gadda. «Mi telefonava, spietato, ogni giorno all'una e mezzo, mentre ero a pranzo. La mia carne gelava e dopo una ventina di minuti era una suola». È nella carne gelata che c’è tutto, come in un giallo, “La carne del maggiordomo” presto in libreria. 

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