Pagani. Prostituta bulgara uccisa, è svolta nelle indagini: i sospetti sul muratore

Pagani. Prostituta bulgara uccisa, è svolta nelle indagini: i sospetti sul muratore
di ​Daniela Faiella
Lunedì 22 Agosto 2016, 08:22 - Ultimo agg. 09:03
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PAGANI - È un muratore di Vietri sul Mare e ha 36 anni il presunto assassino della donna trovata cadavere in via Leopardi lo scorso venerdì. La svolta nelle indagini è giunta nella tarda serata di sabato, nella stessa sera in cui da Roma è arrivata anche la conferma dell’identità della vittima, Nikolova Temenuzhka, la prostituta bulgara 37enne scomparsa a Pagani il 12 agosto. L’uomo è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per omicidio aggravato volontario, scattato dopo oltre tre ore di interrogatorio. Carmine Ferrante ha una compagna ed è padre di tre figli. Nel 2012 era stato denunciato per minacce ad alcune lucciole a Salerno. A lui gli investigatori sono giunti grazie ad una serie di elementi, a partire dall’auto, una Citroen C2, con la quale la sera del 12 agosto si sarebbe appartato con la Temenuzhka in via Leopardi, nei pressi del cimitero, poco distante dal punto in cui venerdì i carabinieri hanno rinvenuto il corpo della donna in stato di decomposizione. 

Difeso dall’avvocato Bernardina Russo, il muratore nel corso dell’interrogatorio, alla presenza del pubblico ministero Federico Nesso, non ha confessato ma ha confermato una serie di circostante che concorrono a far ricadere i sospetti su di lui. I carabinieri hanno accertato che il 36enne di Vietri, la sera del 12 agosto, ha avvicinato la prostituta bulgara sulla Statale 18, nei pressi del centro commerciale Pegaso. I due si sono allontanati insieme per raggiungere la stradina adiacente al cavalcavia del cimitero dove si sono appartati. Secondo gli investigatori è stato Carmine Ferrante l’ultimo cliente che, quella sera, ha avuto contatti con Nikolova Temenuzhka. Lo avrebbe confermato anche un’altra prostituta, la stessa che il giorno dopo denunciò la scomparsa dell’amica ai carabinieri. Anche lei aveva avuto in precedenza un contatto con quello stesso cliente, che si aggirava spesso nella zona del Pegaso, sempre con la stessa auto. È stata proprio lei ad aiutare i militari fornendo la descrizione dell’auto del cliente che aveva caricato la bulgara la sera dell’omicidio: una vettura piccola, nera, munita di barre portapacchi. 
Non è stato difficile, a quel punto, per i militari individuare l’auto e ricostruire il tragitto che aveva effettuato la sera del 12 agosto, visionando i filmati dei sistemi di videosorveglianza privati e comunali presenti nella zona: dalla Statale 18 fino alla stradina isolata nei pressi del cimitero, dove la Citroen C2 è rimasta per circa mezz’ora. In quei trenta minuti l’assassino avrebbe consumato un rapporto sessuale con la bulgara per poi ucciderla e scaricarla nel campo incolto, poco distante dal punto in cui l’auto si era appartata.

Più difficile per i carabinieri è stato risalire al muratore di Vietri. La Citroen C2 è risultata intestata ad un pregiudicato di Sant’Antonio Abate (estraneo alla vicenda) anche se, in realtà, era utilizzata da tempo da Carmine Ferrante. A lui i carabinieri sono giunti grazie ad una serie di contravvenzioni per violazioni del codice della strada notificate al 36enne di Vietri in più occasioni, negli ultimi mesi, nel comune di Cava de’ Tirreni. 

Da Roma, sempre sabato, era intanto giunta la conferma dell’identità del cadavere grazie alla comparazione delle impronte digitali della vittima con quelle della bulgara. La prostituta, residente a Napoli, sposata e madre di due figli, era schedata per una serie di controlli ai quali era stata sottoposta lo scorso anno. Gli inquirenti ipotizzano che la donna sia stata strangolata. Nell’auto del muratore non sono state rinvenute tracce di sangue. Un elemento che spinge gli inquirenti ad ipotizzare che l’assassino non abbia utilizzato armi per uccidere la prostituta.
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