Dopo i casi di esplosione della batteria - per Samsung sono 35, per il governo canadese sono 70 solo nel Nord America - la società ha bloccato la vendita mondiale e attivato un programma che prevede il ritiro di 2,5 milioni di dispositivi nel mondo e la sostituzione gratuita. E nei giorni scorsi ha fatto nuovamente appello per la restituzione. Il timore è che i possessori del Galaxy Note 7 disattendano il richiamo e continuino ad usare lo smartphone, con possibili incidenti. Per i clienti riluttanti alla restituzione del dispositivo, Samsung potrebbe mettere in campo strategie aggiuntive. In rete circola una notizia - non confermata dall'azienda e nata da un post su Reddit - secondo la quale la società avrebbe in mente di 'ucciderè a distanza i dispositivi con il "kill switch". Il sistema è presente anche sull'iPhone ed è considerato l'extrema ratio. Steve Jobs, intervistato nel 2008 dal Wall Street Journal, disse che era necessario implementarlo ma «sperava di non doverlo mai utilizzare».
Altra ipotesi è che Samsung possa aggiornare il software del dispositivo in modo da non gravare sulla batteria, limitando la ricarica al 60%.
L'aggiornamento dovrebbe essere disponibile dal 20 settembre per il clienti sud-coreani. Nei giorni scorsi la Commissione Usa per la sicurezza dei prodotti per i consumatori ha invitato a non usare il Galaxy Note 7 e l'Autorità dell'aviazione americana ed europea, a non portarlo sugli aerei e nei bagagli imbarcati. Gli analisti hanno calcolato che il problema batteria costerà a Samsung circa 1 miliardo di dollari, ma le stime potrebbero salire. Una batosta che potrebbe trasformarsi in un 'assist' involontario all'iPhone 7, che sarà disponibile da venerdì 16 settembre. E davanti all'Apple Store sulla Quinta Strada a New York, c'è già una persona in fila.