Udinese-Napoli. Le pagelle del Mattino | Muro Koulibaly, Allan torna guerriero

Udinese-Napoli. Le pagelle del Mattino | Muro Koulibaly, Allan torna guerriero
di Mimmo Carratelli
Domenica 20 Novembre 2016, 09:34 - Ultimo agg. 10:00
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6,5 REINA
Gioca con la Spagna dopo due anni, s’illumina d’immenso e si guadagna la pagnotta a Udine (Dacia oggi il nostro pane quotidiano). Del Neri aveva minacciato una doppietta di Zapata. E Pepe canta: ma Duvan vai se la banana non ce l’hai? E proprio su Zapata si oppone alla grande (18’) nell’unica occasione del colombiano. Niente da fare sul gol.
 
6,5 HYSAJ
Contiene Thereau, ma soffre la velocità di Matos, però gli sta sempre addosso, lo mette all’angolo. Alla fine, il brasiliano molla, sostituito da Perica. Ma nella ripresa, l‘azzurro sale di giri, spinge di più, duetta sulla fascia con Allan e Callejon e mette in area il cross basso che, con l’errore di Widmer, facilita il raddoppio di Insigne. Finale in crescendo e in attacco.
 
7 CHIRICHES
Albiol non è ancora pronto, gioca il romeno. Comincia su Zapata e gli concede un solo tiro, poi lo ferma in due occasioni pericolose. Acquista sicurezza e non molla mai nessuno dei friulani che invadono la zona centrale. Ruba una palla a Fofana pronto al tiro sul limite azzurro (51’). Impeccabile in ogni chiusura nel finale di gara con l’ultimo intervento su Zapata.
 
8 KOULIBALY
Dal Giardino dei Semplici (“è diventato azzurro il cuore mio”), cantata sentimentale di metà settimana, Kalidou sbuca alla Dacia Arena come leone che esce di Posillipo (Boskov docet). Gara mostruosa per sicurezza, fisicità, anticipo, grande lettura delle giocate avversarie. Non dà scampo a Zapata (colossale il salvataggio del 38’). Annulla Thereau.
 
6 GHOULAM
In apprensione contro Matos, brasiliano svelto di gambe. Poi c’è Thereau sulla sua fascia, ma non gli crea molti problemi. Spesso rimane a galla fra le due fasi ed è meno incisivo in quella offensiva, preoccupato dai lanci lunghi dell’Udinese. Stavolta non ha di fronte l’incubo Widmer come ad aprile. Nel finale impegna Karnezis con un corner insidioso.
 
7 ALLAN
Alla prese col francese di origini ivoriane (ta Fofanà ‘na foto) spazia e pressa a tutto campo. Il guerriero è tornato. Va a pressare anche i difensori friulani. Una trottola, raramente perde un contrasto. Fino all’ultimo ruba palloni e lancia gli attaccanti. Felipe si becca il “giallo” stroncandolo a metà campo. Inarrestabile.
 
6 DIAWARA
Il suo “dirimpettaio” è il belga Kums (Kums te l’aggia dì ca nun è cosa). Si fa notare per l’eleganza delle giocate, ma manca il lancio in profondità, piuttosto un guardiano della sua zona dove domina, abile nei contrasti. Un solo errore quando innesca la fuga di Zapata (38’). Di poco fuori un bel tiro al volo (60’).
 
6,5 HAMSIK
Badu che ti mangio, cantava Totò tra i lustrini di Isa Barzizza e le gambe di Elena Giusti. E Marek si mangia Badu. E’ il consueto trascinatore, l’unico a tentare lanci in profondità. Per il Napoli rinuncia persino alla Coca Cola e, a Udine, è grasso che Cola.
Palla-gol a Insigne (alta). Esce stremato a 20’ dalla fine.
 
6 CALLEJON
Batte la febbre, ma non è completamente guarito perché spesso cammina e gli manca la grinta nei contrasti. Felipe, poi, con baffetti da attore brasiliano anni Trenta, lo guarda torvo e lo marca duro. Meglio nella ripresa col cross sul primo gol di Insigne. Nel finale difende, recupera energie, blocca Thereau.
 
6 MERTENS
Difficile liberarsi dell’ombra lunga (1,91) di Wague, di origine maliana (tutti i Mali vengono per nuocere). Corre, Wague ‘e pressa, si batte, ma arriva al tiro solo al 78’. In un paio di occasioni sfonda a sinistra perché è sulla fascia che rende meglio. Nel finale arretra per fare filtro a centrocampo e cucire la manovra. Esce all’88’. 
 
7 INSIGNE
Primo tempo in ombra, sbaglia più di un controllo, impreciso, in sofferenza. Nella ripresa entra con la Frennesia di Peppino di Capri (che voglia e te dribblà, che smania e te tirà). E, finalmente, eccolo in gol (due volte), più una traversa (deviazione di Karnezis) e la palla-gol servitagli da Hamsik battuta alta.
 
6 ZIELINSKI
Entra al posto di Hamsik (72’) che non ha più energie. Parte in quarta. Subito un tunnel a Kums. I suoi strappi preoccupano l’Udinese sbilanciata alla ricerca del pari. Conquista palla e va come un treno. Mossa azzeccata da Sarri per tenere vivo il fronte offensivo senza abbassare la squadra. Gran contributo.
 
5,5 GIACCHERINI
Dà il cambio a Insigne a più di 10 minuti dalla fine e si sistema a sinistra. Vivace e combattivo. Tiene palla, perde i contrasti, recupera e il tempo passa. Fermato in due spunti verso la porta di Karnezis. Mette in area un buon pallone, ma è intercettato. Forse andava meglio al posto di Callejon, non in salute.
 
6 EL KADDOURI
Entra negli ultimi sei minuti al posto di Mertens provato dal finale generoso in ripiegamento da falsissimo nueve. Fa valere la fisicità. Recupera palloni, fa fallo, pressa Karnezis, cerca Giaccherini per le combinazioni d’attacco. Utile per il possesso-palla togliendo all’Udinese i tempi della controffensiva.
 
7 SARRI
Dove in aprile si sgonfiò il sogno scudetto del suo primo Napoli, stavolta fatti e non parole (saggio Maurizio perché mi guardi e non favelli?). Come il Mosè di Michelangelo non parla, ma vince a Udine. E vincere non è importante, è l’unica cosa che conta (diceva Boniperti). Mastica amaro la finta sigaretta quando il 73 per cento di possesso-palla nel primo tempo non porta neppure a un tiro. Tridente cariato con l’Udinese guardinga (4-4-1-1). Non ci sono spazi. Poi Insigne rompe l’incantesimo. Forse avrebbe dovuto spostare Mertens a sinistra dove il belga fa faville consegnando il centro dell’attacco a Insigne. Ma è solo una opinione.
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