Alitalia, ecco il piano bis:
saliti a quattromila gli esuberi

Alitalia, ecco il piano bis: saliti a quattromila gli esuberi
Sabato 25 Febbraio 2017, 09:05 - Ultimo agg. 14:27
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Accordo in extremis sul contratto Alitalia. L’incontro di ieri tra azienda e sindacati in un lussuoso hotel di Via Veneto, location a 5 stelle non proprio in linea con i conti in rosso della compagnia, ha messo qualche punto fermo, evitando una rottura che sarebbe stata devastante. Già lunedì infatti l’azienda avrebbe potuto far saltare il banco, agitando con forza lo spettro del default. Invece in tarda serata è arrivato il compromesso. Dopo un tira e molla durato oltre 10 ore l’azienda ha di fatto accettato di mantenere in vigore il contratto disdettato e di avviare, dopo la presentazione del piano industriale, la trattativa vera e propria per il rinnovo. Confronto che - hanno spiegato i sindacati - deve chiudersi entro il 31 maggio. Restano sospesi, ma solo sotto il profilo retributivo, gli scatti di anzianità che verranno recuperati in una seconda fase (con il blocco degli ultimi de mesi Alitalia ha risparmiato circa 5 milioni). Nessuna abolizione tout court quindi come invece voleva l’azienda. Sostanzialmente il vettore tricolore e Cgil, Cisl e Uil si sono dati più tempo (rispetto all’ultimatum del 28 febbraio su cui si erano interrotte le trattative) per trovare un punto di intesa. Nello specifico la decorrenza del contatto scaduto il 31 dicembre viene allungata fino a maggio.

Intanto la terapia d’urto, tanto conclamata da governo e azionisti italiani guidati da Intesa Sanpaolo (20,59%) e Unicredit (12,99%) per promuovere la svolta, inizia a vedere la luce nella bozza del piano industriale ancora «macro». Un piano lacrime e sangue, dal costo sociale elevato: dopo gli 8.200 fuoriusciti del piano Fenice (2008), sono ora quasi 4mila i dipendenti complessivi interni (su 12.600) ed esterni (su 30mila) in esubero. Per effetto di un taglio più energico dei costi si dovrebbero riportare in equilibrio i conti almeno nel 2020, mentre nel 2019 dovrebbe tornare positivo il margine operativo. 

Nel pomeriggio di lunedì 27 tornerà a riunirsi il cda presieduto da Luca Cordero di Montezemolo. È probabile che al consiglio di lunedì possa essere fornita una prima sommaria informativa sul nuovo business plan. Lo spettro dei 4mila esuberi finora solo paventato, adesso potrebbe materializzarsi per effetto della crescita del taglio dei costi, visto che i 160 milioni annui del vecchio piano erano ritenuti altamente inadeguati dai banchieri di Intesa Sanpaolo e Unicredit per riportare in equilibrio i conti. Nella nuova formulazione sarebbe previsto un risparmio di 200-250 milioni annui (a seconda dell’andamento dei tagli che riguarderanno anche altre spese come i derivati). 
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