La Mehari di Siani torna a Napoli,
sindaco: «Mafie infiltrate in politica»

La Mehari di Siani torna a Napoli, sindaco: «Mafie infiltrate in politica»
Martedì 28 Marzo 2017, 14:02 - Ultimo agg. 15:32
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«Il ricordo di Giancarlo Siani insegna ai giovani a credere in quello che si fa, ad avere coraggio, a non indietreggiare rispetto a chi crede di metterci paura». Lo ha detto l'assessore all'istruzione della Regione Campania Lucia Fortini, intervenuta oggi alla celebrazione per il ritorno a Napoli della Mehari, l'auto di Giancarlo Siani, dopo un tour in Emilia Romagna. «Il ricordo di Siani - spiega Fortini - continua a essere vivo nelle scuole anche grazie a Scuola Viva, il progetto triennale su cui abbiamo investito per aprire 500 scuole della Campania al pomeriggio. Girando per le scuole vedo tanto entusiasmo e voglia di rispettare le regole, perché un mondo in cui le regole sono rispettate rende tutti più forti».
 
 

«Non bisogna mai lasciare sole le persone che in Italia si mettono contro le mafie. Ma la vera questione nazionale è l'infiltrazione delle mafie nella politica e nelle istituzioni, fino a quando non si sradicano le mafie dalla politica e dalle istituzioni, le mafie non saranno mai sconfitte» ha detto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris a margine dell'evento organizzato da Libera.
Sull'insegnamento che Siani può dare ai giovani, de Magistris ha spiegato: «È importante che si racconti ai giovani la storia di Siani. La memoria ha un grande valore non solo per non dimenticare ma anche per incoraggiare i ragazzi a prendere delle strade nette, che sono contro le mafie e la corruzione e ad abbandonare l'indifferenza, che pure è molto diffusa nel nostro Paese, dove c'è tanta gente che non ha il coraggio di schierarsi, che aspetta chi vince»«. De Magistris ha ricordato le parole di Giovanni Falcone: »Si viene ammazzati - ha citato il sindaco di Napolli - perché si resta isolati o perché si entra in un gioco troppo grande. Secondo me Siani è stato isolato, anche dalla sua categoria, ed è entrato in un gioco troppo grande, però è andato avanti, perché amava il suo mestiere e aveva sete di giustizia. Ecco perché la gente lo ricorda con così grande affetto. Poi hanno imparato ad amarlo anche quelli che lo hanno lasciato isolato ma questa è una storia che in Italia si ripete spesso.« E a proposito delle minacce subite da tanti giornalisti in Italia, de Magistris ha detto: »Ci sono giornalisti coraggiosi, molto giovani e che spesso non vengono nemmeno pagati, li ho anche conosciuti quando facevo il magistrato in Calabria. C'è bisogno in un Paese democratico di giornalisti coraggiosi, ma un Paese democratico non avrebbe bisogno di eroi e soprattutto non bisogna lasciare isolate le persone che si mettono contro le organizzazioni criminali, nel mondo della stampa, della politica, delle istituzioni«. 
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