Pasqualino, addio all'angelo morto per meningite: «Una tempesta perfetta»

Pasqualino, addio all'angelo morto per meningite: «Una tempesta perfetta»
di Gianni Colucci
Sabato 28 Ottobre 2017, 12:23
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«È stata una tempesta perfetta per il piccolo Pasqualino Valente», dice Gaetano Morrone responsabile per l'Asl di Avellino dei servizi prevenzione collettiva, lavoro, uffici sanitari, igiene e pubblica vigilanza sulle malattie infettive.
«Il bimbo di 2 anni morto per meningite pneumococcica non contagiosa aveva una condizione difficile, ma tutte le condizioni negative che portavano verificarsi hanno avuto luogo e il bimbo non è riuscito a salvarsi».
Anche il responsabile dell'unità operativa complessa malattie infettive del Cotugno, Carlo Tascini, che ha preso in carico il bambino dopo un primo ricovero al «Moscati» di Avellino, parla che la mortalità del 10-20 per cento in relazione a queste malattie è un dato che è nella norma. «Era già grave quando è arrivato da noi. Abbiamo fato tutto il possibile», spiega lo specialista.

Il bimbo è spirato al Monaldi dopo il ricovero ad Avellino e l'aggravarsi delle sue condizioni è stato fulmineo: in 48 ore è sopraggiunta la crisi che l'ha portato alla morte. Morrone spiega che di possono essere tre motivi che si ipotizza abbiano causato l'esito della malattia del bimbo. «Sono abbastanza definiti i motivi di un decesso in presenza di questa malattia. Il bambino potrebbe essere stato colpito da un ceppo non presente nei 13 del Prevenar, il farmaco iniettato. Una seconda ipotesi riguarda il decadimento dell'immunità per uno stato debilitante o per un'affezione concomitante o per lo stato di salute di base del paziente. Infine va considerato che una percentuale dei vaccinati non risponde non risponde al vaccino. In casi come il morbillo è così alta la quota che non risponde che sono previste due vaccinazioni per tutti per arriva al 99% per cento della copertura».

Di qui ad arrivare alle ragioni dei no vax, coloro che sostengono l'inutilità o la pericolosità dei vaccini, il passo è breve: «a a loro consiglierei di vedere le statistiche di cinquanta anni fa con l'incidenza delle poliomielite paralitica. La vaccinazione di massa ha salvato generazioni di giovani dagli esiti drammatici di questa malattia. La regressione di alcune malattie è avvenuta solo grazie alla copertura vaccinale che è stata imposta».
I bambini sono più a rischio di tutti: «Consiglierei di prendere i registri dei ricoveri di qualsiasi reparto di pediatria. Nel 2017 abbiamo avuto quattro decessi per morbillo, a dir che esiste un fortissimo rischio e la protezione comunque, nonostante il vaccino, non è assoluta. Il vaccino è indispensabile in un paese civile per contrastare le malattie infettive. Quando l' attenzione decade i rischi sono enormi per la comunità».

All'inizio degli anni 2000 in Irpinia si verificarono diversi casi che riguardarono la cattiva gestione dei vaccini. Un anziano in Alta Irpinia morì dopo un vaccino e si accertò che il medico aveva consegnato il medicinale nelle mani di un familiare che probabilmente non lo conservò con cura prima di iniettarlo. Quando l'Asl 2 di Avellino era ancora autonoma, un deposito con migliaia di dosi conservate fuori dai frigoriferi venne scoperto. I dirigenti furono rimossi e scattò una segnalazione del manager del tempo alla Corte dei conti: erano andate perdute fiale del valore di 250 mila euro. Sopratutto partì una campagna vaccinale bis per evitare che coloro a cui erano state somministrate dosi di vaccino conservate male fossero fuori copertura.

« Oggi abbiamo controlli a distanza dei depositi frigoriferi che custodiscono i vaccini - dice Morrone - con gruppi di continuità che tengono accesi i refrigeratori anche in caso di blsck out.

Impensabile che si blocchi la catena del freddo».

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