Sting a Napoli, un concerto tra le polemiche

Sting a Napoli, un concerto tra le polemiche
di Giovanni Chianelli
Mercoledì 14 Febbraio 2018, 11:11
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Non portano fortuna, al Napoli Teatro Festival Italia le superstar di altre discipline. Ricordano molto da vicino, infatti, il caso Al Pacino, le polemiche su Sting, annunciato il 30 luglio all'Arena Flegrea nell'ambito della kermesse. Polemiche che parlano di organizzazione, costi e trasparenza. E di quale debba essere l'intervento delle istituzioni nel mercato della musica.

«Chi organizza il concerto del 30 luglio?», chiede una nota ufficiale dei soci campani di Assomusica, la Confindustria del fronte del palco, l'associazione di categoria di chi si occupa di musica dal vivo tutto l'anno: «Che ruolo ha la Fondazione Campania dei Festival in un evento privato che si tiene in un luogo privato?».

L'Arena Flegrea gestita da Floro Flores, con un comunicato dell'altro giorno, ha presentato l'evento nell'ambito del proprio «Noisy festival», in collaborazione con il Napoli Teatro Festival. La Fondazione, che presenterà stamane il programma del festival diretto da Ruggero Cappuccio, prende tempo: «Si precisa che la fondazione Campania dei Festival sta valutando una proposta inerente un concerto della rockstar internazionale Sting. Al momento le procedure amministrative sono in una fase di confronto e di valutazione ed, evidentemente, non ancora concluse», comunicava ieri una laconica nota. Etes, ovvero la società della struttura di Fuorigrotta, prende tempo: «La fondazione è un ente pubblico e quindi in maniera pubblica farà conoscere come si sostanzia la sua partecipazione», spiegano.

Sting è atteso a Napoli nel bel mezzo del suo nuovo tour italiano, nessuna produzione originale, nessuna trovata teatrale: dovrebbe trattarsi di una grande festa di chiusura del festival, con biglietti a costi popolari, almeno più del solito: il bassista è atteso il 26 luglio Santa Margherita di Pula (Ca), Forte Arena; il 28 a Roma, Auditorium Parco della Musica; il 29 a Verona, Arena di Verona; l'1 agosto Taormina, Teatro Antico.

Il problema vero sono i costi. «Non è possibile ripagare, con la sola vendita dei biglietti, la spesa per la realizzazione di un evento di tale portata», ricorda Assomusica, «la cui rilevanza non disconosciamo. Eppure ci interroghiamo su quale coinvolgimento possa avere la Fondazione Napoli Teatro Festival nel supportare un evento organizzato da un privato in un'arena privata con fondi propri». Ovvero pubblici.

La storia ricorda, appunto, la mancata partecipazione di Al Pacino al Festival di due anni fa, dopo il cachet altissimo richiesto dall'artista e la bagarre che si scatenò sull'uso del denaro dei contribuenti.

Giuseppe Gomez, titolare di Fast Forward, tra i principali organizzatori musicali partenopei, è chiaro a riguardo: «In altre città, con altre economie, il costo di Sting può essere ammortato con l'introito dei biglietti, anche mettendoli ad alto costo, qui a molti di noi operatori appare improbabile». Come dire: se solo Sting costa tra i 250.000 e i 300.000 euro quanto dovrebbero pagare a testa gli spettatori all'Arena? Un biglietto del concerto dell'ex Police, pronto a tornare al reggae grazie a un album inciso con Shaggy, nel marzo scorso a Milano costava tra i 50 e gli 80 euro; all'Arena ce ne vorrebbero almeno 100, in media, per rientrare nelle spese, cifra improbabile per il mercato partenopeo. Il prezzo dei biglietti per la serata del 30 luglio, che dovrebbero essere in vendita da oggi, è ancora sconosciuto. «Tempo fa la produzione Live Nation rifiutò la mia proposta di 300.000 euro», racconta Sigfrido Caccese, storico organizzatore del Neapolis Rock Festival, «che abbiano accettato un'altra proposta non mi scandalizza, ma quello che mi colpisce è che una manifestazione teatrale si concluda con un evento che teatrale non è», conclude Caccese.

 

Ma il Napoli Teatro Festival ha fatto diverse volte incursioni nella musica. Gomez: «Un anno fa offrì alla città il concerto gratuito di Battiato. Ma era un progetto che aveva una cornice anche teatrale, era pensato per i cittadini e poi era tutto a carico del festival, senza collaborazioni con altri soggetti, senza biglietti. A questo punto, sarebbe stato più corretto pubblicare in tempo un bando di idee e dare la possibilità a tutti gli operatori di partecipare».
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