Morta a Ischia, Rocco Barocco: «Sono stato io a sbloccare quel lucchetto»

Morta a Ischia, Rocco Barocco: «Sono stato io a sbloccare quel lucchetto»
Lunedì 30 Aprile 2018, 22:49
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Ischia. Nel negozio sulla piazzetta di Sant’Angelo, Rocco Barocco osserva la porzione di Ischia che gli piace di più e ripensa alla vicenda dell’altra sera. Accetta di raccontare solo a patto che si chiarisca un punto: in questa vicenda ognuno ha fatto il massimo e non c’è nessuna polemica da fare perché quel paletto per vietare l’accesso alle auto non è uno scandalo e non è pericoloso.

Però proprio a causa di quel palo bloccato da un lucchetto una turista ha ricevuto in ritardo i soccorsi, è morta.
«No, no, chiariamo subito che i soccorsi sono stati immediati e non c’è stato nessun clamoroso ritardo».
Dicono che è passata almeno mezz’ora tra la richiesta di aiuto e il passaggio dell’ambulanza attraverso il varco.
«Ma i medici erano già andati a prestare soccorso. Il passaggio dell’ambulanza non c’entra. E comunque i tempi sono stati strettissimi».

Un ritardo però c’è stato, altrimenti perché avrebbero dovuto chiamare lei per aprire quel lucchetto?
«Proprio per fare in fretta. Ha chiamato il comandante della polizia municipale di Serrara Fontana, ha spiegato che la sua pattuglia avrebbe impiegato troppo tempo a raggiungere Sant’Angelo, mi ha pregato di utilizzare la chiave che ho a disposizione in questi giorni».

Perché lei ha la chiave?
«Perché ho fatto regolare richiesta per consentire agli operai di raggiungere l’area dove stiamo ultimando i lavori sul mare. Guardi che è tutto in regola, ci sono i permessi e firme. Mica vorrà insinuare che io possiedo quella chiave perché ho un trattamento di favore?».
No, assolutamente. Ma anche lei converrà che è singolare il fatto che in soccorso di un’ambulanza bloccata debba andarci Rocco Barocco.
«È capitato solo per caso. Lo ripeto, hanno chiamato me perché sapevano che ero vicino e che avevo la chiave. Se a fare i lavori fosse stato un altro, avrebbero chiamato lui. E poi se vuole saperlo quella chiave già non l’abbiamo più perché abbiamo terminato i lavori».

Non le sembra assurdo che un’area vietata alle auto venga bloccata da un palo di ferro e da un lucchetto?
«No, non mi sembra assurdo. Io dico che un luogo come Sant’Angelo deve essere protetto, tutelato. Le auto non devono passare».

Anche a costo di fermare i soccorsi?
«È capitato questo episodio che non ha cambiato il corso delle cose. Purtroppo quella povera donna era già morta all’arrivo dei medici, e comunque i soccorsi non vengono mai bloccati, l’apertura abitualmente avviene senza problemi. Ma perché si cerca a tutti i costi la polemica?».

Perché esistono tanti altri modi per evitare l’accesso alle auto, magari più moderni, senza la necessità di un lucchetto e di una chiave da distribuire a chi deve correre per un eventuale soccorso.
«Però la vicenda dell’altra sera non ha nulla a che vedere con il lucchetto. Lo ribadisco, si tratta di una maniera per tutelare Sant’Angelo che io condivido. Non c’entra niente il lucchetto».

E se fosse stato necessario un intervento dei vigili del fuoco per un incendio? Magari con persone in pericolo immediato?
«Sarebbe arrivata la chiave in tempi strettissimi proprio come è accaduto l’altra sera. No. Non mi convincerà a dire che questa vicenda è sbagliata. Per me va bene così, con il palo bloccato dal lucchetto».

pa.bar.
 
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