Su Marte tracce di vita: molecole organiche trovate da Curiosity Video

Un cratere su Marte
Un cratere su Marte
di Paolo Ricci Bitti
Giovedì 7 Giugno 2018, 20:00 - Ultimo agg. 10 Giugno, 17:12
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Il rover americano Curiostiy sta sistemando con pazienza i mattoni rossi per il piedistallo, ma sarà l'imminente missione europea Exomars ad alto tasso di tecnologia italiana a scolpire il monumento che celebrerà la presenza di vita nel passato remoto su Marte. 

L'esame dei dati su possibili molecole organiche inviati a Terra dall'esploratore della Nasa e pubblicati adesso su Science non sono ancora la prova certa della vita sul Pianeta rosso, ma alzano ancora la quota delle probabilità che tre miliardi e mezzo di anni fa ci fosserò lassù i requisiti per ospitarla.

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Le molecole organiche sono state scoperte da Curiosity nel cratere Gale, che il rover-laboratorio sta esplorando dal 6 agosto 2012: «Si sono conservate nell'argillite di origine lacustre alla base della formazione Murray, antica 3,5 miliardi di anni», scrive su Science il gruppo coordinato da Jennifer Eigenbrode, del Centro Goddard della Nasa. L'incredibile laboratorio miniaturizzato del rover Curiosity, il Sam (Sample Analysis at Mars), ha escluso ogni dubbio su un'eventuale contaminazione, ma non è riuscito a chiarire l'origine: potrebbe la testimonianza di una vita passata, o cibo di forme di vita esistenti, o qualcosa di indipendente dalla vita.  Già, perché bisogna anche mettere in conto, in queste missioni,  che ci si possa trovare di fronte a qualcosa di totalmente ignoto e inspiegabile.

Epperò l'ulteriore scoperta del robottino statunitense aprono la strada alla "prova del nove" che sarà possibile effettuare nel 2020 con il fantastico trapano italiano che equipaggerà il rover della missione Exomars dell'Agenzia spaziale e di quella russa Roscosmos che decollerà da Baikonur nel 2020 dopo che la prima parte dell'impresa ha portato ad appendersi nell'orbita marziana la sonda Tgo (trace gas orbiter) che rileva un altro dato fondamentale in questa esplorazione: la presenza del metano. 

Il ragionamento è semplice: se tracce di vita hanno resistito in superficie - con tutto ciò che comporta il tirare avanti in quella pietraia esposta a micidiali radiazioni - chissà che cosa sarà possibile trovare a due metri di profondità. Due metri: un piccolo passo per un trapano da geologi, un enorme balzo per la scienza che mai si è spinta così nel cuore del pianetà rosso. Il 35% della missione Exomars, va ricordato, è made in Italy con il coordinamento dell'Agenzia spaziale italiana che coordina aziende quali Thales Alenia Space e Leonardo

  
IL VIDEO

Nello stesso numero di Science il gruppo del Jet Propulsione Laboratory (Jpl) della Nasa coordinato da Christopher Webster descrive le prime oscillazioni nel livello del metano.

Il metano nell'atmosfera marziana era stato scoperto nel 2004 dalla missione Mars Express, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e fin da allora ci si era chiesti da dove provenisse questo gas, considerato una delle fondamentali spia della vita. Si pensava che la scoperta di eventuali variazioni stagionali avrebbe potuto essere la spia di una sorgente ancora attiva sul pianeta rosso.

La risposta è arrivata adesso, ancora da Curiosity: le variazioni stagionali nel livello del metano sono state viste e, scrivono i ricercatori, «sono consistenti con piccole sorgenti di metano localizzate sulla superficie o nel sottosuolo».

Per saperne di più bisognerà indagare: l'origine non è ancora nota e la presenza di forme di vita è solo una delle ipotesi, anche se sempre più fondata.

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