Napoli, ucciso dopo la disco a Coroglio: «Famiglia ​incapace di fermare i babyboss»

Napoli, ucciso dopo la disco a Coroglio: «Famiglia incapace di fermare i babyboss»
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 14 Giugno 2018, 09:32 - Ultimo agg. 11:25
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Uno specialista nell'uso delle armi, uno che si trova a suo agio con la pistola in pugno. Sospettato di essere stato di recente protagonista di un episodio grave, probabilmente una «stesa» (sparatoria in aria) in piazza Trieste e Trento, sempre e comunque disponibile quando si tratta di chiudere i conti nel modo più violento. È questo il profilo del 17enne rampollo del clan del Pallonetto di Santa Lucia, il minore finito agli arresti come killer di Agostino Di Fiore, l'uomo ucciso all'alba di lunedì mattina all'esterno di una discoteca di Coroglio. Su di lui, ma anche sulla sua famiglia, il gip Paola Brunese ha le idee chiare, nel motivare la convalida del fermo: «Appare evidente l'incapacità della famiglia di contrastare gli impulsi devianti del minore, capace di uscire di casa nel cuore della notte senza essere fermato dalla madre, e proporre modelli di vita regolari». Fa parte dello stesso contesto criminale nel quale, pochi mesi fa, sono stati tolti quattro minori ai rispettivi genitori. Scenario da brividi, decisive le intercettazioni, oltre alla ricostruzione di un testimone della scena finale del delitto di Coroglio: un uomo che punta l'indice contro l'altro indagato, Francesco Esposito, presunto complice e istigatore del minore. E agli atti spuntano nuovi particolari delle notti di follia a Coroglio.

IL PRECEDENTE
C'è un retroscena: quello di lunedì mattina non è stato il primo litigio che ha visto protagonisti Francesco Esposito e il boss in erba del Pallonetto. Sabato mattina, stesso copione: i carabinieri intercettano la voce di Esposito che chiama il 17enne, per avvisarlo che «c'è stato un litigio», che «sto qui a Coroglio, all'esterno della discoteca, Se puoi venire, vieni capisci a me». Sempre in questa conversazione di sabato scorso, si allude alla presenza di un'arma all'interno dell'auto del minore. Parole che restano comunque lettera morta, che non hanno un seguito immediato. Due giorni dopo, però, stessa scena e non è chiaro se i due litigi siano collegati. Al momento la ricostruzione dell'omicidio di Coroglio è questa: Esposito litigava con la fidanzata nel garage della discoteca, viene spintonato da Di Fiore e a nulla è servita la richiesta della stessa ragazza di non impicciarsi negli affari di due fidanzati. Scoppia una lite in cui Esposito ha la peggio, tanto da far scattare il piano di sempre. Chiama l'amico boss del Pallonetto. Entrambi sono coinvolti nelle indagini sulle stese di piazza Trieste e Trento, hanno un codice. Dice Francesco Esposito al minore: «Venti di loro addosso a me, stanno ancora in discoteca, sono di Secondigliano».

 

IL TESTIMONE
Frasi che per la Procura indicano la necessità che l'amico scenda armato di casa. Difeso dal penalista Giovanni Fusco, Esposito punta a dimostrare il contrario: si sarebbe limitato a chiedere aiuto dopo aver subìto un'aggressione, avvertendo l'amico della pericolosità di persone di Secondigliano. E restiamo all'alba di lunedì mattina. C'è un testimone che accusa Esposito, riconosciuto come l'uomo che correva lungo salita Coroglio con l'arma in pugno: «Impugnava una pistola nella mano destra, l'ha infilata alla cintola di pantaloni».
Restano ad effetto le parole che Esposito urlava alla ragazza che aveva vicino: «L'aggio abbuffato e botte...». Quanto basta a spingere gli inquirenti ad identificare l'amica di Francesco Esposito per ascoltare la sua versione sul litigio con Di Fiore. Tutto ruota attorno a una domanda: chi ha sparato contro lunedì mattina? Stando alla ricostruzione di alcuni poliziotti intervenuti sul posto, a premere il grilletto sarebbe stato il minore, che avrebbe poi passato l'arma all'amico Francesco Esposito (che si sarebbe vantato con la fidanzata delle «botte» sparate). Difeso dal penalista napoletano Giuseppe De Gregorio, ieri il 17enne si è avvalso della facoltà di non rispondere, facendo leva sulle escoriazioni alle gambe dopo essere stato investito dall'auto di Di Fiore. Si è difeso dopo essere stato speronato? Perché lunedì mattina si era precipitato a Coroglio? C'è un nesso tra i due litigi captati in 48 ore?

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