Regioni del Sud unite: nei comuni
della Campania 10mila posti a bando

Regioni del Sud unite: nei comuni della Campania 10mila posti a bando
di Nando Santonastaso
Giovedì 14 Giugno 2018, 08:48 - Ultimo agg. 17:15
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L’ultimo caso, sicuramente tra i più emblematici, riguarda Cava dei Tirreni: al concorso per 11 posti bandìto dal Comune hanno risposto in 18mila, talmente troppi che il sindaco ha dovuto annullarlo non potendo coprire i costi e le spese organizzative con le pochissime risorse disponibili. A Castellammare di Stabia invece accade che non si riesca a trovare un ingegnere capo, sempre per il Comune.

Infatti, tutte le vecchie graduatorie per questo specifico incarico sono ormai esaurite. E si potrebbe continuare a lungo per dimostrare come il ricambio o l'adeguamento alle nuove competenze digitali del personale della pubblica amministrazione in Campania (e in tutto il Sud) sia una salita tanto impervia quanto infinita. Il Piano per il lavoro presentato ieri dal governatore della Campania Vincenzo De Luca prova a interrompere questa deriva sulla falsariga di quello che già è avvenuto nella confinante Basilicata. Sono stati infatti i lucani i primi ad avere annunciato e varato una procedura per l'assunzione di dipendenti pubblici per la copertura del turn over delle amministrazioni comunali locali mediante concorso. La differenza sta nei numeri: a Potenza il fabbisogno è stato calcolato in appena 350 unità su una popolazione di circa 500mila abitanti, in Campania se ne stimano 13.465 su una popolazione di oltre 5 milioni.

Il numero - i 13.465 appunto si riferisce peraltro quasi per intero (12.574 per la precisione) ai dipendenti assunti attraverso la vecchia legge 285 che stanno per giungere al capolinea della loro attività lavorativa (l'uscita entro il 2021) nei 550 Comuni della regione che li hanno utilizzati negli ultimi 30 anni. «Ma già adesso spiega Pasquale Granata che del Piano è stato uno dei principali punti di riferimento sappiamo che nei prossimi due anni matureranno il diritto alla pensione o andranno in prepensionamento almeno ulteriori duemila dipendenti di altri enti locali campani. Per non parlare poi dei piani per nuove assunzioni annunciati da società partecipate importanti come l'Eav, che punta a un fabbisogno di almeno altre 350 unità, o delle esigenze di rafforzamento di enti strategici per la sicurezza ambientale, come l'Arpac, che sicuramente in Campania è sottodimensionato».

 

PREDISSESTO
Insomma, gli spazi ci sono e sembrano affidabili anche i supporti statistici dal momento che sono stati censiti dall'Ifel, che è l'organo deputato ai fabbisogni della finanza locale su scala nazionale e che ha calcolato in 450mila i posti che si renderanno disponibili nel prossimo triennio in tutta la Pa, dalle Alpi a Pantelleria. Tutto il meccanismo ruota intorno all'impegno dei Comuni (e degli altri enti interessati) ad assumere i giovani diplomati o laureati funzionali alle loro esigenze e che verranno reclutati dalla Regione attraverso un bando pubblico per essere successivamente formati dal Formez e dal sistema delle università. Se i Comuni non formalizzeranno la richiesta di personale per le loro piante organiche perderanno la possibilità di assumere. E non sarà una rinuncia di poco conto visto che, come nel caso di Castellammare di Stabia, tutte le graduatorie a scorrimento di concorsi precedenti sono state ormai esaurite. Per i Comuni, stremati dai tagli ai trasferimenti dallo Stato e alle prese con bilanci a dir poco traballanti (nel Mezzogiorno c'è la maggiore percentuale italiana di enti in predissesto o già dissestati), lo scenario sembra promettente. La Regione pagherà le spese con 104 milioni di euro del Fondo sociale europeo per il concorso e garantendo per i primi dieci mesi del corso di una somma pari a mille euro ciascuno per i selezionati. E loro, gli enti locali cioè, potranno recuperare efficienza (e trasparenza) in funzioni chiave al momento carenti o del tutto bloccate per mancanza di personale. Per non parlare della spinta all'innovazione e alla modernizzazione dei processi amministrativo-burocratici che arriverà dai nuovi assunti e che sembra sempre di più la sfida da vincere per mettere tutta la Pubblica amministrazione nazionale al passo dei tempi.
CONCORSONE
Naturalmente, però, la vera partita si giocherà con il bando per il concorso pubblico la cui emanazione è attesa in tempi relativamente brevi, forse già entro l'estate: non solo perché i due anni ipotizzati dal Masterplan presentato ieri, tra fabbisogno degli enti locali e assunzioni vere e proprie, sono una sfida da far tremare le vene e i polsi considerati i tristi precedenti per iniziative anche meno importanti o non così forti numericamente. Ma anche perché la sinergia tra Comuni e Regione, presupposto di base dell'iniziativa, dovrà essere funzionale al massimo livello, pena ritardi e appesantimenti che penalizzerebbero tanto gli enti locali quanto i giovani diplomati e laureati in attesa di entrare in servizio. Il fatto che rispetto agli annunci di qualche mese fa il numero dei potenziali posti disponibili si sia ridotto a livelli accettabili e dunque credibili è già un buon segnale. Come pure non va trascurato il via libera sostanziale dei sindacati che nel Pubblico impiego mantengono una forte rappresentatività. «Noi abbiamo proposto tra l'altro che nel bando dice Giovanni Sgambati, segretario regionale della Uil ci sia una riserva di posti maggiore per le donne e che il limite massiomo si allargato a 40 anni», mentre Doriana Buonavita, leader regionale della Cisl, sottolinea l'esigenza di un «virtuosismo funzionale, nel senso che le misure relative a formazione, sviluppo e crescita devono camminare a braccetto per produrre risultati tangibili e misurabili anche su piano occupazionale».
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