Multe a chi acquista dai venditori ambulanti capi falsi, ma anche chi paga per ottenere un massaggio o un tatuaggio praticato sotto l'ombrellone. E un faro acceso su chi affitta ai «vu cumprà» alloggi e magazzini per la merce come pure su tutta la filiera della contraffazione. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva annunciato dieci giorni fa all'assemblea nazionale di Confesercenti l'intenzione di arrivare a uno «stop all'invasione dei vu cumprà sulle spiagge e alla fabbricazione e diffusione di falsi prodotti griffati».
Comprare italiano e lottare contro gli abusivi.
Volere è potere! #stopinvasione
Vi aspetto sabato alle 20 alla festa Lega di Cervia! pic.twitter.com/gErVDdbMg1— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 25 luglio 2017
E ora è in dirittura d'arrivo la direttiva del Viminale «Spiagge sicure», che promette tolleranza zero per ambulanti abusivi, ma anche per chi compra la loro merce. Il documento destinato alla varie prefetture sarà pronto a fine mese e lo staff del Viminale sta definendo in questi giorni le linee guide volute dallo stesso Salvini. Al centro del progetto - riferito dal quotidiano La Stampa - c'è il rafforzamento della collaborazione tra forze dell'ordine e la polizia municipale delle zone balneari. E per aiutare i sindaci, in difficoltà con i loro bilanci a rafforzare gli organici della polizia municipale, Salvini pensa di ricorrere ai fondi europei della legalità. «Una possibilità per la verità tutta da verificare - ha scritto il quotidiano - visto che nessun paese Ue attinge a quei fondi per pagare gli straordinari alle forze dell'ordine». Sinchè il nodo non sarà sciolto, ci sono altre ipotesi in campo: come quella di ricorrere a spostamenti temporanei del personale nelle zone più critiche. Proprio all'assemblea nazionale a cui ha partecipato Salvini, Confesercenti aveva lanciato l'allarme sull'estensione del fenomeno dell'abusivismo nei settori del commercio e del turismo: con un giro di affari di 22 miliardi di euro, pari al 14% del fatturato dei due comparti, danneggia non solo le imprese che operano nella legalità, ma anche lo Stato, causando un danno erariale di 11,5 miliardi di euro in mancato gettito fiscale e contributivo.
Non a caso il piano del Viminale prevede una vigilanza rafforzata delle forze dell'ordine nelle aree del Paese, come Napoli e Prato, dove è maggiormente concentrata la produzione di merce contraffatta.