Il campo estivo della parrocchia diventa un incubo, la denuncia: «Mio figlio buttato fra le ortiche»

Il campo estivo della parrocchia diventa un incubo, la denuncia: «Mio figlio buttato fra le ortiche»
di Marina Lucchin e Giancarlo Noviello
Mercoledì 11 Luglio 2018, 19:32 - Ultimo agg. 21:52
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«Gli altri animatori gli avevano detto che stava esagerando, ma è solo quel ragazzo che ha sbagliato, non è giusto che la colpa ricada sulla parrocchia. Mio figlio vuole tornare a fare questa esperienza anche l'anno prossimo, senza ovviamente quell'animatore».  A parlare è il papà di un ragazzino che ha partecipato al campo scuola choc, organizzato dalla parrocchia dell'Arcella, dove alcuni ragazzini sarebbero stati malmenati da un animatore diciassettenne che avrebbe preso a bastonate con una doga del letto un dodicenne, finito al pronto soccorso per via delle contusioni. 

NUOVI DETTAGLI
Intanto emergono altri nuovi dettagli sui maltrattamenti che i ragazzini di prima e seconda media avrebbero subito durante il viaggio a San Pietro di Barbozza, sulle colline di Valdobbiadene. «Un ragazzino è stato spinto in mezzo alle ortiche - racconta un genitore - Ovviamente si è fatto male. Quel che però non capisco è quale sia la soglia tra la goliardata e la violenza. Io non voglio credere che quell'animatore gli volesse fare davvero male, forse è stato solo uno scherzo di pessimo gusto, che però è l'unica ombra su un viaggio che comunque è stato divertente ed educativo per questi ragazzini».

Quel che è sicuro è che a una certo punto anche gli altri animatori si sono resi conto che, forse, il trattamento riservato ai dodicenni da quel collega fosse troppo duro. «Mio figlio e i suoi amichetti - continua il papà - hanno detto che gli altri diciassettenni hanno invitato quel ragazzo a smetterla di usare maniere così pesanti, un comportamento che era stato segnalato anche agli adulti presenti che l'avevano redarguito per questi scherzi». 
Una mamma però non ci sta a parlare di goliardate: «È vero che in queste situazioni possono esserci atteggiamenti da caserma. È anche per una questione di educazione che li mandiamo ai campi scuola, ma non accetto che qualcuno metta le mani addosso a mio figlio. Era turbolento? Faceva troppa confusione con gli amici? Era incontenibile? Benissimo. Allora quello che gli animatori dovevano fare era semplicemente prendere il telefono e chiamare la sua famiglia. Spetta ai genitori punire i propri figli, anche severamente. Ma non accetto che qualcun altro si permetta di alzare le mani sul mio bambino. Forse rimandarlo a casa sarebbe stato più educativo che non picchiarlo». 

SOSTEGNO AL PARROCO
Un altro papà, oltre ad altre tre mamme che l'altro ieri hanno inviato una lettera a padre Nando, ha voluto manifestare la solidarietà e vicinanza a sostegno della comunità parrocchiale di Sant'Antonino d'Arcella, pur evidenziando «i comportamenti scorretti degli animatori, che non sono stati accettati né tollerati nemmeno da padre Nando, guida spirituale della comunità».

«Alla luce di quanto è successo e del clamore mediatico che ne è conseguito, tutta la comunità è profondamente scossa spiega l'uomo - La nostra è una comunità che, soprattutto negli ultimi anni, ha dimostrato un elevatissimo grado di integrazione sociale, accogliendo a braccia aperte bambini, ragazzi e famiglie di ogni paese, colore e religione, facendoli sentire parte di una vera famiglia. Il comune sentimento della stragrande maggioranza dei parrocchiani è il profondo dispiacere, innanzitutto per i fatti accaduti, sicuramente riprovevoli, ma che rischiano di compromettere la fiducia nei confronti dell'opinione pubblica».
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