Chiara, morta dopo aver cenato al ristorante: indagini sul kit salvavita. Ira dei genitori

Chiara, morta dopo aver cenato al ristorante: indagini sul kit salvavita, l'ago si sarebbe piegato
Chiara, morta dopo aver cenato al ristorante: indagini sul kit salvavita, l'ago si sarebbe piegato
Martedì 17 Luglio 2018, 13:53 - Ultimo agg. 19 Luglio, 12:23
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Sempre più elementi a disposizione degli investigatori sulla morte di Chiara Ribechini, la 24enne di Navacchio (Pisa), morta domenica sera per una reazione allergica dopo avere cenato in un ristorante del Pisano. In attesa dell'autopsia, che sarà eseguita domani, si è affacciata l'ipotesi che la giovane non abbia potuto ricevere una sufficiente dose di farmaci per contrastare lo choc anafilattico che ha preceduto il decesso. Questo per la possibile rottura dell'ago del kit di pronto intervento che Chiara aveva sempre con lei.

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Intanto il conferimento dell'incarico al medico legale Marco Di Paolo per l'autopsia è stato fatto stamani contestualmente all' apertura di un fascicolo con l'ipotesi di reato di omicidio colposo per la quale risulta indagata Rita Astinenti, amministratrice dell'azienda agricola dove la vittima aveva cenato.

L'esame autoptico dovrà accertare le cause che hanno determinato lo choc anafilattico che in pochi minuti ha ucciso la giovane, soggetto allergico da molti anni e cliente abituale del ristorante dove aveva trascorso la serata in compagnia del fidanzato e altri amici. I carabinieri hanno già sequestrato il kit di farmaci salvavita e anche campioni del vomito provocato dalla reazione.

L'iniezione di adrenalina per tentare di bloccare la reazione allergica sarebbe stata fatta sulla gamba della ragazza ma non è chiaro se l'ago si sia piegato o meno causando un'assunzione non sufficiente del farmaco. Dubbi sui quali dovranno dare ora risposte definitive le indagini della procura pisana.


I GENITORI
«In questo momento vogliamo solo che la morte di Chiara non sia stata vana e per questo rivolgiamo un appello a tutti affinché di queste forme allergiche si parli senza reticenze o paure di discriminazioni». Lo hanno detto tramite il loro legale Francesca Zuccoli, Michela Bargagna e Massimo Ribechini, i genitori della giovane.

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La giovane era allergica fin dai primi anni di vita al latte, a tutti i suoi derivati e all'uovo e frequentava solo locali nei quali riponeva la sua piena fiducia, come appunto quello in cui ha mangiato domenica sera.

«Non vogliamo entrare nel merito del caso specifico - sottolinea il legale a nome della famiglia - anche perché saranno le indagini a fare piena luce su quanto accaduto, vogliamo però dire a tutti che queste allergie sono sempre più diffuse ma purtroppo ancora molto sottovalutate, spesso anche da coloro che sono costretti a conviverci
».

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