La vicenda, raccontata dal Corriere di Bologna, risale a maggio, quando una donna tornata a casa dopo sei giorni nella villa di Zola Predosa, ha scritto all'host chiedendo il rimborso del soggiorno per aver sofferto della presenza di alcune opere per lei offensive: un dipinto dell'artista contemporaneo inglese Marcus Harvey, raffigurante gli stivali e i vestiti di Hitler e due sculture in legno di agenti di polizia di colore, che «altro non sono che tipici e comunissimi souvenir africani», si legge nella diffida.
Il proprietario ha rifiutato la richiesta di risarcimento e anche Airbnb avrebbe comunicato all'host che era infondata, salvo cinque giorni dopo cancellare l'account con una lettera di accompagnamento, in cui si legge: «è stato rimosso in base alle circostanze del dipinto che raffigura un'uniforme nazista e le statuette nere (...) questo articolo è in violazione della nostra politica di non discriminazione perché promuove il razzismo e l'odio».
Ma per il proprietario, sentito dall'ANSA, e per il suo avvocato Lavinia Savini dello studio Idealex si tratta di arte contemporanea e non di apologia del nazismo e da parte di Airbnb ci sarebbe quindi una censura.