Il Papa incontra i giovani al Circo Massimo: «Non fatevi rubare i vostri sogni». 100mila in festa

Il Papa incontra i giovani al Circo Massimo: «Non fatevi rubare i vostri sogni». 100mila in festa
Il Papa incontra i giovani al Circo Massimo: «Non fatevi rubare i vostri sogni». 100mila in festa
Sabato 11 Agosto 2018, 18:49 - Ultimo agg. 12 Agosto, 13:38
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Papa Francesco incontra i giovani al Circo Massimo dove è arrivato intorno alle 18,30 per presiede la veglia con i circa 70mila ragazzi giunti da 195 diocesi della Penisola (sulle 226 totali) sfidando il caldo agostano. Due giorni d'incontro col Pontefice dal motto «Per mille strade, verso Roma», promossi oggi e domani dalla Cei in vista del Sinodo di ottobre.

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Dopo alcuni giri in 'papamobile' nell'area dell'incontro c'è stato il saluto al Papa di una rappresentante dei giovani italiani che a nome di tutti ha donato al Pontefice u
n bastone pastorale scolpito in legno. «Come sarebbe bello questo bastone pastorale l'accompagnasse durante il Sinodo dei Giovani!», gli ha detto la giovane Elena, 30 anni. Ha quindi avuto inizio il dialogo di Francesco con alcuni ragazzi.

«Sapete? I sogni dei giovani fanno un po' paura agli adulti. Forse perché hanno smesso di sognare e di rischiare, forse perché i vostri sogni mettono in crisi le loro scelte di vita. Ma voi non lasciatevi rubare i vostri sogni», ha detto il Papa, rispondendo alla domanda di una ragazza e un ragazzo, Letizia, 23 anni, e Lucamatteo, 21, sulla costruzione della propria identità personale e dei propri sogni. «Cercate maestri buoni capaci di aiutarvi a comprenderli e a renderli concreti nella gradualità e nella serenità. Siate a vostra volta maestri buoni, maestri di speranza e di fiducia verso le nuove generazioni che vi incalzano», ha esortato il Papa. «Cari giovani, no alla paura. Siate pellegrini sulla strada dei vostri sogni. Rischiate su quella strada, non abbiate paura. Rischiate perché sarete voi a trasformare in realtà i vostri sogni - ha proseguito -. La vita non è una lotteria in cui solo i fortunati possono realizzare i loro sogni».

«'Padre, dove posso comprare la pastiglie che mi fanno sognare?' No, quelle no! Quelle ti addormentano il cuore, ti bruciano il neurone, ti rovinano la vita», ha detto tra le altre cose il Papa.

«È pericoloso parlare ai giovani dell'amore? No, non è pericoloso, perché i giovani sanno bene quando c'è l'amore e quando c'è il semplice entusiasmo truccato da amore. L'amore non è una professione. L'amore è la vita. Se l'amore viene oggi, perché devo aspettare tre, quattro, cinque anni, di finire l'università, per farlo crescere, per farlo stabile? Per questo io chiedo ai genitori di aiutare i giovani a maturare. Quando c'è l'amore, che l'amore maturi, non spostarlo sempre più avanti», ha risposto il Papa parlando a braccio a Martina, 24 anni, sul discernimento nella vita e sull'idea di impegno e responsabilità nei confronti del mondo. «Nella vita - ha insistito - sempre prima l'amore, ma l'amore vero, e lì dovete imparare a discernere quando c'è l'amore vero e quando c'è l'entusiasmo solo». «L'amore non tollera mezze misure. O tutto o niente - ha proseguito -. E l'amore, per farlo crescere, non vuole scappatoie: l'amore dev'essere sincero, aperto, coraggioso. E nell'amore tu devi mettere tutta la carne sulla grigliata, così diciamo noi in Argentina».

E poi:
«Non accontentatevi del passo prudente di chi si accoda in fondo alla fila. Ci vuole il coraggio di rischiare un salto in avanti, un balzo audace e temerario per sognare e realizzare come Gesù il Regno di Dio, e impegnarvi per un'umanità più fraterna. Abbiamo bisogno di fratellanza. Rischiate, andate avanti». «La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede», ha detto il Pontefice. «Camminando insieme, in questi giorni, avete sperimentato quanto costa fatica accogliere il fratello o la sorella che mi sta accanto, ma anche quanta gioia può darmi la sua presenza se la ricevo nella mia vita senza pregiudizi e chiusure - ha aggiunto -. Camminare soli permette di essere svincolati da tutto, ma camminare insieme ci fa diventare un popolo, il popolo di Dio. E questo dà sicurezza: la sicurezza dell'appartenenza al popolo di Dio. E col popolo di Dio ti senti sicuro, hai identità. Dice un proverbio africano: 'Se vuoi andare veloce, corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcunò».

«Non abbiamo paura! Non stiamo alla larga dai luoghi di sofferenza, di sconfitta, di morte», ha esortato Francesco. «Quanti sepolcri oggi attendono la nostra visita! Quante persone ferite, anche giovani, hanno sigillato la loro sofferenza 'mettendoci - come si dice - una pietra soprà». Per il Papa, «non è la rappresentazione della sublime perfezione divina, quella che traspare dai segni di Gesù, ma il racconto della fragilità umana che incontra la Grazia che risolleva». Nella narrazione di Giovanni, ha spiegato, «c'è l'umanità ferita che viene risanata dall'incontro con il Maestro; c'è l'uomo caduto che trova una mano tesa alla quale aggrapparsi; c'è lo smarrimento degli sconfitti che scoprono una speranza di riscatto. E Giovanni, quando entra nel sepolcro di Gesù, porta negli occhi e nel cuore quei segni compiuti da Lui immergendosi nel dramma umano per risollevarlo». «Gesù Cristo non è un eroe immune dalla morte, ma Colui che la trasforma con il dono della sua vita - ha concluso il Pontefice -. E quel lenzuolo piegato con cura dice che non ne avrà più bisogno: la morte non ha più alcun potere su di Lui».


Dopo il momento con canti, preghiere e testimonianze, il Pontefice saluterà i giovani che proseguiranno la veglia notturna con una serata di festa, musica e testimonianze. Si trasferiranno poi dal Circo Massimo a Piazza San Pietro, sostando in varie chiese di Roma per la Notte Bianca, durante la quale parteciperanno a diversi appuntamenti di spiritualità, di arte e cultura, di spettacolo e animazione. In serata, dal palco allestito per l'occasione, si esibiranno di Alex Britti, Clementino, Mirkoeilcane, Perturbazione e Banda Rulli Frulli.

 


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