Insetti killer, ecco come difendersi

Insetti killer, ecco come difendersi
di Maria Pirro
Lunedì 3 Settembre 2018, 11:05 - Ultimo agg. 22:33
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Insetti killer, mostri con le ali. Api, vespe e calabroni uccidono dai cinque ai venti italiani all'anno. L'ultima vittima a Milano: l'avvocato Sergio Barozzi, 62 anni, punto nella casa di campagna, è morto per uno choc anafilattico fulminante: inutile la corsa in ospedale. Ma se l'è vista male anche Roberto Calderoli: il senatore leghista, dimesso ieri mattina dall'ospedale San Raffaele di Milano, ha raccontato di essere «finito in terapia intensiva per una encefalite virale trasmessa da una banale puntura di zanzara». E ribadito: «Una banale puntura che mi ha portato in pericolo di vita, facendomi passare giorni che non augurerei al peggior criminale al mondo». Sì, perché può essere esagerata la reazione dovuta a una sensibilizzazione allergica verso alcune componenti del veleno iniettato dal pungiglione, anche se i casi letali, come dimostrano le statistiche, sono limitati. Più comuni febbre, spossatezza e nausea, crisi d'asma e cali di pressione. E ancora: orticaria, angioedema spesso su volto e labbra, edema della glottide fino allo choc anafilattico. L'ostruzione grave e potenzialmente fatale delle vie respiratorie si manifesta, in genere, con raucedine, difficoltà a parlare, tosse insistente, soffocamento, gola serrata. Reazioni allergiche che colpiscono due persone su cento, i bambini sono meno degli adulti. Ma esistono strategie di difesa da applicare anche in questa coda d'estate.

COSA FARE
È decisivo rimuovere entro 20 secondi il pungiglione dalla cute con un movimento secco e rapido, usando unghie o pinzette. E poi applicare nella zona colpita qualcosa di freddo (ghiaccio, impacchi). Utile identificare l'insetto responsabile e, nei casi gravi, rivolgersi al medico o al pronto soccorso. Può servire, infatti, la visita di un allergologo per pianificare la terapia farmacologica. In caso di una reazione locale a una puntura di ape, vespa o calabrone oltre al ghiaccio e a eventuale analgesico, si può somministrare un antistaminico e applicare una pomata cortisonica. Il personale sanitario, se necessario, prescrive anche una terapia antinfiammatoria a base di cortisone per bocca per 3-7 giorni. In caso di reazione allergica grave anafilattica è invece essenziale somministrare d'urgenza una dose di adrenalina per via intramuscolare nella coscia, iniezione da ripetere anche dopo 10 minuti.
Esistono preparazioni di pronto-impiego a forma di penna che, premute sulla cute in vicinanza della puntura, sono utili per interventi rapidi ed efficaci. «Chi ha già avuto reazioni importanti di tipo respiratorio deve portare con sé l'adrenalina come farmaco di emergenza», avvisa Antonino Reale, primario del pronto soccorso del Bambin Gesù di Roma, che aggiunge: «L'immunoterapia è il passo successivo», in particolare per chi è ad alto rischio come i figli di agricoltori, gli apicoltori, i bambini che abitano in campagna. Il vaccino si fa per 3-5 anni e l'effetto si mantiene solitamente a lungo.

ZANZARE E PREVENZIONE
Intanto, il virus della Febbre del Nilo continua a contagiare in tuta Europa, e l'Italia è fra i paesi più colpiti. Una anziana di 77 anni, già provata da altre patologie, è morta nel Mantovano, undicesimo epilogo tragico nel bollettino ufficiale dell'Istituto superiore di sanità. Si contano, in totale, 255 casi segnalati al 22 agosto. Tra gli effetti, una compromissione neurologica, fino alla meningoencefalite. In particolare, il virus è stato trovato in campioni di animali o persone di 36 province del Nord, soprattutto nella Pianura Padana e fra le regioni in testa c'è il Veneto, e poi la Sardegna. «Nessun caso quest'anno si è verificato in Campania e nel Sud, ma all'ospedale Cotugno la situazione è monitorata ed è possibile effettuare il test sierologico per la ricerca del genoma virale», dice Carlo Tascini, direttore della prima divisione delle malattie infettive della struttura sanitaria napoletana. Tra i virus più temuti, trasmessi dalle zanzare, in cima resta, però, la malaria che si contrae esclusivamente attraverso le punture. La zanzara più insidiosa è di tipo anopheles plasmodium: il vettore trasporta il parassita da una persona infetta a un'altra in Africa, in America Centrale e del Sud e in Asia. Ci sono stati casi in Europa (e anche in Italia), ma punte vicino agli aeroporti internazionali da insetti arrivati nei bagagli o negli aerei. Conseguenze? Febbre, mal di testa, tensione di muscoli della nuca, brividi e sudorazione, talvolta nausea, vomito e diarrea tra i 10 i 15 giorni. Se non trattata con farmaci appropriati, anche la malaria può mettere a rischio la vita. La zanzara tigre, invece, causa innanzitutto la dengue ed è diffusa in Asia, Africa e America latina, con qualche caso sporadico in Francia e in Croazia, negli anni scorsi, ma solo in zone circoscritte. «D'estate, qui sono invece diffuse forme di meningiti provocate dai pappataci, insetti diversi dalla zanzara, che trasmettono il cosiddetto virus Toscana. Mai letale», spiega Tascini. «Per quanto possibile, bisogna fare sempre attenzione a non farsi pungere perché più reazioni allergiche aumentano la sensibilizzazione al veleno degli imenotteri», aggiunge Reale. Sono utili, dunque, le zanzariere ed è importante indossare abiti meno colorati e brillanti, con maniche e pantaloni lunghi, calzini e scarpe chiuse, soprattutto se si prevedono passeggiate in campagna o dove l'erba è alta. Da evitare anche profumi forti e, all'occorrenza, tenere a portata di mano gli insetticidi.
 
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