A Scala incontra New York una marea di persone unite contro l’odio

A Scala incontra New York una marea di persone unite contro l’odio
Domenica 9 Settembre 2018, 13:04 - Ultimo agg. 14:14
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Riflessione, commemorazione e musica. In queste tre parole si riassume la 17esima edizione della kermesse culturale Scala incontra New York, conclusasi ieri sera a Scala, il paese più antico della costiera amalfitana.

Oltre duemila persone in piazza del Municipio al concerto di Al Bano. Quaranta ospiti tra i più illustri del panorama culturale, artistico, economico, nazionale e internazionale (tra cui il premo Nobel Muhammad Yunus, l’archistar Massimiliano Fuksas, il fotografo Oliviero Toscani, il critico d’arte Philippe Daverio, il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini, “l’artista delle cancellature” Emilio Isgrò il presidente della FNSI Beppe Giulietti e il presidente dell'ODG Carlo Verna, e tanti altri) che si sono avvicendati in piazzetta san Lorenzo, e hanno spiegato una parola: odio, pace, green economy, economia circolare sono stati alcuni spunti di riflessione per approfondire i temi chiavi del nostro tempo.

Dopo i panel, intorno alle 20, spazio alla commemorazione delle vittime dell’11 settembre, l’unica organizzata da un Comune italiano: il picchetto d’onore, lo sparo di undici colpi a salve, gli inni nazionali e i discorsi dei rappresentanti istituzionali.

E proprio il contrasto all’intolleranza e all’odio sono stati il fil rouge che ha unito gli interventi dei relatori. Una delle testimonianze più toccanti è stata quella dell’86enne Oleg Mandic, l’ex bimbo di 12 anni che, nel 1945, chiuse per ultimo i cancelli di Auschwitz: “Stando nel lager sono diventato un esperto di odio, ma non ho mai odiato, non voglio odiare e non vorrò odiare mai”.  

Dall’odio dell’uomo verso i suoi simili a quello verso l’ambiente: Ermete Realacci, ex presidente di Legambiente, ha spiegato come “tutti i Comuni dovrebbero approvare l’idea di vietare la plastica negli uffici”. Il critico d’arte Philippe Daverio e il fotografo Oliviero Toscani, entrambi milanesi, hanno trasmesso la magia che emanano questi luoghi: Ha detto Toscani che “essi devono essere tutelati da ogni forma di abbruttimento”. E Daverio: “OggiScala conserva il fascino di una Capri anni ’50, che, grazie a Dio, non è ancora diventata un duty free da aeroporto.”

Il finale è stato affidato a Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace, inventore del microcredito: “Il capitalismo non ha fiducia nell’uomo. Il microcredito è la prova che anche i più miseri possono diventare imprenditori e salvare la loro vita e dignità. Le sfide del futuro? Sono inquinamento e disoccupazione”.

A Scala incontra New York le lettere hanno composto parole che, una dopo l’altra, come tanti mattoni, hanno costruito i ponti su cui poggiamo le relazioni, la conoscenza e l’incontro. Contro i muri, i terrorismi, le incomprensioni di ogni tempo e di ogni luogo.

Per padre Enzo Fortunato, portavoce dei francescani di Assisi, abbiamo bisogno di “disinquinare il mondo con le nostre parole, i nostri gesti, il nostro sguardo”. 

 
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