Ma il suo obiettivo Kristina sembra averlo già chiaro nella testa: «Penso sia giunto il momento di poter dire che ho deciso di accettare quanto mi è successo, e di farne la cosa migliore possibile».
Svegliarsi dal coma e vedere quanta commozione ci fosse stata nel mondo, per quello che le era accaduto, le ha fatto bene, «mi ha dato molta forza». Diventerà una campionessa paralimpica, adesso? A questa domanda la risposta resta aperta: «Devo procedere step by step. Magari vincerò da qualche altra parte la mia dodicesima medaglia». Intanto, da questa settimana riprende a fare sport: «Ieri ho fatto il mio primo allenamento sulla sedia a rotelle. L'ambizione si è risvegliata». È già un enorme risultato, e i medici spiegano che questa paziente è particolarmente veloce nella ripresa. «Mi sento come un bimbo appena nato, che deve imparare tutto un pò per volta. Devo imparare a muovermi, a sedermi?». Ma la verità è che Kristina è «esemplare», nella definizione del suo medico, ed ha fatto già tanti progressi. Questo weekend potrà tornare a casa, a Erfurt, ma la riabilitazione berlinese, nell'istituto specialistico di Marzahn durerà fino a Natale. A 18 anni, nel 2009, era stata vittima di un altro brutto incidente: si ruppe diverse ossa, perse tutti denti, e porta ancora qualche cicatrice sul volto. Fu «una preparazione per adesso». «La forza che ho conquistato quella volta - dice Kristina - mi sta aiutando oggi»