Città del Vaticano Papa Francesco lancia un appello alla comunità internazionale affinchè apra le porte a chi emigra per cause di guerra o di persecuzione. «Non possiamo chiudere gli occhi sulle cause che hanno costretto milioni di persone a lasciare, con dolore, la propria terra. Nello stesso tempo incoraggio tutti gli attori coinvolti e la Comunità internazionale a un rinnovato impegno in favore del rientro sicuro degli sfollati alle loro case. Assicurare loro protezione e futuro è un dovere di civiltà». In Vaticano stamattina si è svolto un incontro tra il Papa e gli Organismi caritativi cattolici che lavorano in Iraq, in Siria, Turchia e Giordania. Un'area geografica segnata dall'instabilità e dove le comunità cristiane, a causa dei conflitti, sono sfollati momentaneamente dalle loro terre o abbandonandole definitivamente. Un esodo che preoccupa da tempo la Chiesa.
«Esiste il rischio che la presenza cristiana sia cancellata proprio nella terra da cui si è propagata nel mondo la luce del Vangelo. In collaborazione con le Chiese sorelle, la Santa Sede lavora assiduamente per garantire un futuro a queste comunità cristiane». Ha aggiunto il Papa riflettendo sul quadro attuale. Solo pochi profughi hanno fatto ritorno in Siria. «La Chiesa intera - ha proseguito il Papa - guarda a questi nostri fratelli e sorelle nella fede e li incoraggia con la vicinanza nella preghiera e la carità concreta a non rassegnarsi alle tenebre della violenza e a tenere accesa la lampada della speranza. La testimonianza d'amore con cui la Chiesa ascolta e risponde al grido di aiuto di tutti, a partire dai più deboli e poveri, è un luminoso segno per il presente e un seme di speranza che germoglierà nel futuro».
Papa Francesco chiede di non chiudere le porte a chi fugge dalla guerra
di Franca Giansoldati
Venerdì 14 Settembre 2018, 12:58
- Ultimo agg. 13:06
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