Essere una macchina

Essere una macchina
Lunedì 22 Ottobre 2018, 23:07
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Chi ha letto “Zero K” di Don DeLillo conosce il processo di criogenesi – una tecnica di ibernazione – ma non si aspetta certo di ritrovarselo a poca distanza, così vicino da spaventare o sperare, dipende dai casi, e per questo deve leggere “Essere una macchina” (Adelphi) di Mark O’Connell. Un reportage che ne racconta nascita ed evoluzione, e ne discute con i sostenitori – i transumanisti – di una singolarità prossima che bordeggia la realtà del film “RoboCop”, quando risponde «Ti aggiusteranno. Aggiustano tutto loro» ad Ann Lewis che ferita e prossima alla morte dice: «Murphy. Sono a pezzi». O’Connell descrive realtà molto simili, quando fa visita alla setta di biohacker in attesa di diventare cyborg. L’eternità è fattibile, per ora al cinquanta per cento, non una cattiva percentuale. Questo viaggio in quella fattibilità è un reportage nei magazzini che provano a realizzare quelli che furono gli orizzonti della letteratura di fantascienza. Fossero vivi Asimov e Bradbury impazzirebbero di gioia o si spaventerebbero a morte. 
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