Paura per Zappulla, il siciliano di cantaNapoli è ancora in coma farmacologico a Castel Volturno

Paura per Zappulla, il siciliano di cantaNapoli è ancora in coma farmacologico a Castel Volturno
Mercoledì 14 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 07:08
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CantaNapoli trattiene il respiro per il ragazzo della Giudecca, Carmelo Zappulla, il siracusano che con Nino D'Angelo fu tra i padrini del filone neomelodico partenopeo, ricoverato con un quadro clinico estremamente grave, ma stazionario, nella struttura sanitaria di Castel Volturno. Sessantatre anni, il cantante è ricoverato in terapia intensiva e tenuto dai medici in coma farmacologico da due giorni, dopo un intervento chirurgico reso necessario per un infarto intestinale.

Domenica il ricovero a Pineta Grande: «Se non operiamo immediatamente rischia il decesso», l'immediata reazione dei medici alla situazione, che da allora ha dato segni di piccoli miglioramenti. In apprensione la moglie del cantante e i tre figli, una coppia di gemelli e una ragazza, da vent'anni residenti a Ischitella.

Già nel 2008 non era stato bene, ricoverato d'urgenza per un attacco di cuore presso il secondo policlinico di Napoli.
 
Zappulla è il capostipite di un piccolo esercito di «napo-siciliani» che comprende Gianni Celeste, Natale Galletta e Tony Colombo: ha iniziato cantando in napoletano per il pubblico della sua isola, ma poi è riuscito a conquistare anche le platee più veraci. Con Nino D'Angelo e un giovanissimo Gigi Finizio, con Patrizio, poi morto per overdose di eroina, svecchiò la scena discografica napoletana, trovando suoni e storie più contemporanee, vivendo la stagione del revival della sceneggiata in scena come sul grande schermo, riunendo tra matrimoni e feste di piazza il regno delle due Sicilie.

Bambino prodigio, lasciò Siracusa a 24 anni, trovando accoglienza nel capoluogo campano e firmando il suo primo successo nel 1979, un milione e mezzo di copie vendute (fonte Wikipedia, anche se il dato sembra gonfiato) di «Pover'ammore», dedicato alla moglie scomparsa: scritto da Nino D'Angelo, il brano era stato lanciato appena tre mesi prima senza grandi risultati da Mario Trevi, l'uomo di «Indifferentemente». L'anno dopo l'autore, ancora scugnizzo con il caschetto biondo, si riprese il brano includendolo nell'lp «Celebrità», mentre Zappulla lo trasformò in sceneggiata su testo di Alberto Sciotti, prima di portarlo anche nei cinema. Nel 1983 Ciro Ippolito lo diresse in «Pronto... Lucia», l'anno dopo in «Zampognaro innamorato», al fianco di star di cantaNapoli come Giacomo Rondinella e Angela Luce. Sempre nello stesso anno fu protagonista anche di «Laura... a 16 anni mi dicesti sì» con la regia di Alfonso Brescia. Filmetti di serie B, ma anche C volendo, che comunque incassarono molto più di quello che costarono e crearono intorno a Carmelo l'alone della star popolare. Nel 2005 festeggiò al Palapartenope i suoi primi 25 anni di carriera, tra i suoi ultimi lavori c'è l'album «Mia», del 2015, con la collaborazione di Gianni Fiorellino.

Negli anni Novanta la sua carriera ebbe una lunga battuta d'arresto: accusato di essere il mandante dell'omicidio dell'amante della madre, rimase latitante per tre anni ma fu infine assolto nel 22 luglio 1996. Raccontò quei giorni in un libro autobiografico Quel ragazzo della Giudecca. Un artista alla sbarra nel 1998, nel 2015 portò quelle pagine e quell'avventura a cinema in «Il ragazzo della Giudecca», con la regia di Alfonso Bergamo, nel cast Tony Sperandeo, Franco Nero e Giancarlo Giannini.

Se i miglioramenti registrati ieri continuassero oggi i medici potrebbero provare a risvegliarlo dal coma farmacologico, ma la famiglia e i fans continuano a temere per la sua vita. Ieri tanti gli auguri indirizzatogli, tra cui quelli di Francesco Merola, figlio di Mario, re indiscusso della sceneggiata, che fu suo rivale, ma anche amico.
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