Napoli, lo storico cimitero delle 366 fosse rischia di essere «cancellato» da un nuovo palazzo

Napoli, lo storico cimitero delle 366 fosse rischia di essere «cancellato» da un nuovo palazzo
di Paolo Barbuto
Domenica 25 Novembre 2018, 10:04 - Ultimo agg. 26 Novembre, 07:01
5 Minuti di Lettura

Fu il vanto della Napoli settecentesca di Ferdinando IV, un cimitero destinato ai poveri, disegnato da Ferdinando Fuga, con una struttura ancora unica al mondo: 366 fosse, una per ogni giorno dell’anno, compresi quelli bisestili. Chi non aveva denaro per seppellire il proprio defunto si rivolgeva al re e otteneva spazio in quel luogo. Tutt’oggi vengono da ogni parte del mondo a visitare questo cimitero unico che si staglia a metà della collina da Poggioreale, altero e (ancora per poco) visibile a chi si avvicina dal basso.

Nel giro di qualche mese quella facciata monumentale non la vedrà più nessuno, nascosta dietro un palazzo bello e moderno che sta per sorgere giusto ai piedi dello storico cimitero: e non pensate che si tratti del blitz di un palazzinaro avventuriero perché qui parliamo di una costruzione totalmente in regola con i permessi.
 

 

L’ultimo, quello determinante, l’ha concesso Palazzo San Giacomo qualche settimana fa: «permesso di costruire per un intervento di nuova edificazione», sicché non troverete nulla d’irregolare, ogni formalità è stata sistemata, ecco perché le ruspe sono in attività e i lavori hanno già preso il via.

Il permesso a costruire, secondo la documentazione ufficiale consultabile presso il Comune di Napoli, è stato richiesto da un sacerdote, padre Luigi Buccarello, legale rappresentante dell’Ente Religioso della Provincia della Natività della Beata Vergine dell’Ordine della Santissima Trinità che possedeva un capannone industriale ai piedi del cimitero delle 366 fosse e che decise, quattro anni fa, di procedere all’abbattimento di quella struttura inutile per sostituirla con un palazzo. Il nuovo edificio, a giudicare dalla cartellonistica che circonda il cantiere, non sembra destinato ad opere caritatevoli: si tratta di case nuove ed eleganti da mettere in vendita con un ipotizzabile cospicuo rientro economico (anche questo totalmente lecito, chiariamoci, non esiste una legge del codice civile che vieta a un Ente Religioso di fare affari vendendo case).

Nel disegnino che campeggia sui cartelli attorno al cantiere, quello che vedete nella fotografia, viene riprodotto un edificio di tre piani più un basamento. Sappiate, invece, che nel permesso a costruire rilasciato dal Comune di Napoli, viene concessa la possibilità di far crescere un «corpo residenziale di sei livelli fuori terra, di un livello interrato destinato a parcheggio e di un altro corpo residenziale di un livello fuori terra più uno interrato destinato a deposito. Insomma, quella del disegnino sembra una miniatura rispetto alle possibilità concesse da Palazzo San Giacomo.

Adesso molti di voi si staranno chiedendo: ma quella zona non è sottoposta a vincolo? E non ci sono limitazioni a costruire nei pressi di un cimitero? La risposta a entrambe le domande è «sì».  
 Quell’area rientra in una zona soggetta a vincolo, e non un vincolo qualsiasi ma uno appositamente stabilito per l’area cimiteriale di Napoli nel 1962. In quel documento si stabilisce il «notevole interesse pubblico» di quella porzione di Napoli e se ne decretano rigorosi vincoli. Ci sarebbero anche limitazioni di carattere sanitario per la realizzazione di edifici nella «zona di rispetto cimiteriale».

Sappiate, però, che anche alla luce dei vincoli e delle limitazioni, sono state effettuate verifiche e concessi tutti i permessi. C’è l’autorizzazione paesaggistica, ci sono i pareri favorevoli sulla consistenza del sottosuolo, sull’impatto per traffico e viabilità e c’è pure il parere favorevole della Asl Napoli 1 in merito all’edificabilità nella fascia di rispetto cimiteriale. Insomma, inutile continuare a girarci intorno, i permessi ci sono tutti e i lavori vanno avanti nel totale rispetto delle norme.

LE PROTESTE
Per adesso le proteste sono fievoli voci dei residenti i quali nemmeno vogliono palesarsi perché temono di andare incontro a problemi. In tanti si chiedono com’è possibile che siano stati concessi tutti i permessi, in molti sono preoccupati perché il muro di contenimento del cimitero (lo vedete nella foto alle spalle dell’escavatore) è quello all’interno del quale sono conservati i corpi dei defunti che tutt’ora vengono tumulati al di sotto delle 366 fosse: c’è la preoccupazione che basti un nonnulla per generare una sconvolgente frana a base di ossa dei defunti e per provocare danni incommensurabili alla storica struttura cimiteriale napoletana.

Quel cimitero viene utilizzato ancora oggi, anche se le sepolture sono una manciata ogni anno. Sorto dopo la metà del ‘700 su richiesta dei medici dell’ospedale degli Incurabili, quel cimitero ha accolto, oltre ai poveri napoletani, anche i medici di quello stesso ospedale e, in seguito, i loro eredi, fino ai tempi attuali. Ai margini dell’ampio giardino interno, quello che ospita una fossa per ogni giorno dell’anno e che conserva anche l’antico macchinario ottocentesco utilizzato per sollevare le pesanti lapidi e per depositare i corpi sul fondo delle fosse, in anni recenti sono state realizzate poche cappelle che oggi accolgono le spoglie di tante famiglie napoletane. In fondo, nascosta da un bell’albero, c’è anche la cappella di famiglia del maestro Riccardo Muti il quale viene spesso a pregare per i suoi cari.

La storia termina qui. È una delle tante storie napoletane che lasciano l’amaro in bocca: una struttura monumentale del settecento sta per essere offuscata da un palazzo moderno di sei piani, costruito da un ente religioso, le cui case sono già in vendita.
C’è ogni permesso, è tutto regolare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA