Milano, cavo crolla tra i banchi: alla elementare Stoppani alunni in classe con il casco

Cavo crolla tra i banchi, alla elementare Stoppani alunni in classe con il casco FOTO
Cavo crolla tra i banchi, alla elementare Stoppani alunni in classe con il casco FOTO
di Ernesto De Franceschi
Lunedì 26 Novembre 2018, 10:56 - Ultimo agg. 27 Novembre, 10:25
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In classe con il casco. Una protesta forte quella decisa dai genitori della scuola elementare Stoppani di Milano, zona Porta Venezia. Così tutti i bambini si sono presentati all'inizio delle lezioni settimanali con caschetti in testa (chi da bici, chi da sci e chi proprio con quelli da cantiere) e così sono entrati nell'istituto. La mobilitazione è andata in scena lunedì mattina dopo che nei giorni scorsi si era verificato il distacco dal controsoffitto di un cavo di acciaio con un pesante gancio che era crollato tra i banchi. Per fortuna l'episodio si era verificato di notte, senza conseguenze per i piccoli alunni, altrimenti avrebbe potuto creare gravi danni ai bambini e alle insegnanti.
 

 

Tra i genitori si è subito sollevata la rivolta, una preoccupazione mista ad ansia sull'effettiva sicurezza dell'edificio scolastico di via Stoppani, uno stabile risalente all'inizio dello scorso secolo. «Abbiamo pensato di sintetizzare il nostro impegno comune in questo slogan: “siamo il futuro metteteci al sicuro” #scuolafuturosicuro, impiegato in altre scuole che hanno vissuto problemi di sicurezza», spiegano i genitori. L’Associazione Scuola Stoppani supporta questa iniziativa, spontaneamente nata dal confronto tra mamme e papà.
Il cavo crollato, tra l'altro, era quello che avrebbe dovuto sostenere il controsoffitto dopo un altro crollo in una classe avvenuto la scorsa primavera.


I rappresentanti dei genitori hanno avuto anche un incontro con l’assessore all'Educazione Laura Galimberti e con il presidente del Municipio 3. Pur confermando che non ci sono situazioni di urgenza sui soffitti a doghe (i tiranti erano stati messi per uno scrupolo aggiuntivo) l’assessore ha proposto queste attività: 1) verifica immediata di tutte le doghe dei soffitti e assicurazione di quelle mobili 2) un incontro questa settimana tra l’assessore e la preside della Stoppani per progettare e programmare, a partire dall’anno nuovo tutti gli interventi da fare nella scuola.

L'EPISODIO
E' successo ancora e proprio, quasi una beffa, nella giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole. Un altro crollo in una classe. In quarta D si è improvvisamente staccato dal muro uno dei tiranti in acciaio posizionati l'estate scorsa a protezione dei controsoffitti nelle aule e nei corridoi della elementare. La fortuna ci ha messo lo zampino, visto che il distacco è avvenuto quando la classe era vuota, appunto di notte. In mattinata grande preoccupazione e ansia tra i genitori del plesso scolastico che si chiedono se i propri figli siano davvero al sicuro durante le lezioni. Un tirante simile che crolla tra i banchi in una classe piena durante l'orario scolastico rischia di trasformarsi in una fionda pericolosissima per l'incolumità di alunni e insegnanti, anche questi ultimi sotto choc per quanto si è verificato. Poteva essere una tragedia.

IL PRECEDENTE
«Si tratta del secondo episodio in pochi mesi, siamo molto preoccupati», ricordano in tanti, riuniti in una sorta di assemblea spontanea in piazzale Lavater dopo il suono della campanella e pronti anche a pagare di tasca propria un ingegnere strutturista per verificare la sicurezza dell'intero plesso.
Solo nel marzo scorso alla Stoppani, il cui edificio è stato costruito all'inizio del secolo scorso, quattro bambini erano rimasti leggermente feriti in seguito al crollo di parte del controsoffitto. Il crollo era avvenuto poco dopo le 14 al secondo piano: quattro pannelli si erano distaccati dal soffitto finendo sul pavimento dell'aula all'interno della quale si trovavano i bambini. L'area interessata dal crollo era stata immediatamente liberata ed è tuttora transennata. I bimbi, un maschietto e tre femminucce, avevano riportato contusioni leggere e i genitori, intervenuti sul posto, rifiutando il trasporto in ospedale.

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