Sanità, la rivolta dei sindaci di Capri contro De Luca: «Qui si muore»

Sanità, la rivolta dei sindaci di Capri contro De Luca: «Qui si muore»
di Annamaria Boniello
Mercoledì 12 Dicembre 2018, 10:34 - Ultimo agg. 10:43
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Divampano le polemiche a Capri dopo la conferenza stampa sullo stato della sanità in Campania che si è tenuta a Napoli: il presidente De Luca ha commentato il trasferimento con un elicottero dell'aereonautica militare al Cardarelli di Napoli di un caprese in pericolo di vita dichiarando: «Non è successo niente. E' stato risolto un problema». Le parole del presidente De Luca hanno provocato pesanti reazioni tanto che la moglie del paziente Tiziana Semonella ha scritto una lettera aperta a De Luca, dicendo: «Mi rammarico molto al sentire le parole con le quali ha minimizzato e prontamente liquidato quanto accaduto all'ospedale di Capri. Si è risolto ma certamente non grazie a lei ed alla sua amministrazione; si è risolto solo per l'impegno di semplici persone che si sono fatte in quattro per ottemperare al loro giuramento, persone che lavorano in situazione di continua precarietà ed emergenza, che sono sottoposte a continue pressioni da noi cittadini che non riusciamo a capire come sulla nostra decantata isola ci sia un ospedale neanche da terzo mondo».
 
Dopo la lettera di Semonella sono arrivate le reazioni dei sindaci di Capri ed Anacapri De Martino e Cerrotta che hanno inviato un documento sull'emergenza sanitaria in cui versa il territorio. I sindaci hanno chiesto «ancora una volta un urgente incontro» sottolineando «la drammaticità della situazione in cui versa l'intera organizzazione ospedaliera dell'isola di Capri nonostante gli impegni assunti in più occasioni: e quindi i due primi cittadini contestano ogni tentativo di minimizzare la gravità dei fatti». Il documento è stato inviato oltre che al presidente De Luca anche al prefetto, al direttore generale dell'asl Napoli 1, al responsabile del servizio 118 ed alla direzione generale per la tutela della salute. «Non si può più tacere dinanzi a casi reali, concreti ed accertati - è scritto nella nota - che sicuramente non hanno solo rilevanza mediatica ma coinvolgono l'intera popolazione. Ormai a Capri si può morire, ma non si può nascere scrivono i sindaci - ci si può ammalare ma non si può curare, ci si può infortunare ma non si può avere assistenza sanitaria, ci si può ricoverare a rischio in un presidio ospedaliero carente ma non si può essere trasferiti in tempo utile in terraferma per la disorganizzazione e la mancanza di adeguate attrezzature». Accuse pesanti arrivano da parte delle due amministrazioni e suggerimenti arrivano anche dal delegato alla sanità del comune di Capri, Paolo Falco, che individua alcune falle su cui iniziare ad intervenire: «Bisogna ottimizzare le risorse - attacca Falco - migliorare l'organizzazione ospedaliera interna, avere tutti i giorni in ospedale una presenza fissa dirigenziale sanitaria che sia responsabile del buon andamento della struttura. Accelerare i tempi poi - continua Falco - per l'installazione dell'elisuperficie prefabbricata che consentirà l'atterraggio all'eliporto di Damecuta e ripristinare in piena sicurezza l'arrivo del 118. I due comuni hanno già stanziato i fondi, aspettiamo solo che chi deve si muova». Critiche e proposte anche dai banchi del gruppo Avanti Capri dell'opposizione: «Chiederemo come abbiamo già fatto in passato un consiglio comunale congiunto con il comune di Anacapri - dichiara Salvatore Ciuccio - di concordare tutte le iniziative per contrastare l'inerzia di chi ha competenza specifica in materia».
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