Mosca della frutta, si mobilita la Ue:
a rischio i raccolti della Campania

Mosca della frutta, si mobilita la Ue: a rischio i raccolti della Campania
di Maria Pirro
Domenica 30 Dicembre 2018, 11:56 - Ultimo agg. 17:29
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Rischia di distruggere il raccolto in Campania, può portare al blocco delle esportazioni italiane: la mosca orientale della frutta, una specie considerata invasiva, è stata individuata nelle province di Salerno e Napoli, per la prima volta in Europa e nel bacino del Mediterraneo. Ieri, la Regione ha riconosciuto lo stato di emergenza fitosanitaria e istituito un'unità di crisi e, dal 14 al 19 gennaio, una delegazione dell'Ue (ispettorato Food veterinary office) ha annunciato una «visita tecnico conoscitiva» in modo da valutare il da farsi. «Stiamo operando in piena sintonia e sinergia con le istituzioni comunitarie e nazionali - dice Franco Alfieri, capo della segreteria del presidente De Luca -. A breve vareremo un dettagliato piano d'azione, che si articolerà in una serie di interventi finalizzati a impedire l'insediamento del nuovo organismo nocivo anche al di fuori dei confini regionali».

I RISCHI
Le preoccupazioni sono fondate perché l'insetto ha la capacità di diffondersi velocemente, una femmina può produrre sino a tremila uova: «Il Bactrocera dorsalis, questo il nome scientifico del parassita, compie fino a dieci generazioni all'anno», avverte Umberto Bernardo, ricercatore Cnr e responsabile della sezione di Portici dell'istituto per la protezione sostenibile delle piante, che ha segnalato il caso nell'ambito del progetto Urcofi finanziato dalla Regione e coordinato dall'Università Federico II. Spiega Matteo Lorito, direttore del dipartimento di agraria: «Proseguire nelle attività di monitoraggio è decisivo per capire se l'insetto si è già insediato e riprodotto in queste zone». Invece, il primo avvistamento risale al 1964 in Florida, ma la specie al momento è presente in oltre 65 paesi tra Asia, Africa, Oceania e isole del Pacifico: potrebbe, dunque, essere arrivata in Campania attraverso l'importazione di prodotti infestati o, più semplicemente, attraverso i frutti trasportati nei bagagli a mano. Di certo, l'azione del Bactrocera dorsalis può avere un impatto economico negativo e devastante sul settore ortofrutticolo italiano sia per i danni diretti, alle colture interessate (470, dal pomodoro all'uva, potrebbero essere colpite), sia per la quarantena internazionale che potrebbe spingere a bloccare le esportazioni a livello mondiale, come già comunicato dall'Animal and Plant Health Inspection Service, il dipartimento di agricoltura degli Stati Uniti, nella nota del 17 dicembre indirizzata al ministero per le politiche agricole. Risposta: tre giorni dopo, il dicastero ha creato uno specifico gruppo di lavoro coordinato dalla Regione Campania e composto da rappresentanti del Lazio, dell'Emilia Romagna, del Crea Dc. Un incontro per informare gli operatori è fissato per il 7 gennaio, ma un depliant è già sul sito internet di Palazzo Santa Lucia per spiegare come riconoscere l'insetto.

LE CONTROMISURE
«In due delle dieci trappole installate, a Palma Campania e Nocera Inferiore, sono stati rintracciati sette maschi di questa specie», certifica Daniela Carella, responsabile del servizio fitosanitario della Regione, precisando che da ulteriori controlli sulla frutta e nei terreni circostanti non si sono avuti altri riscontri. «Ciò significa che l'insetto potrebbe essere di passaggio, la speranza è che non ci sia un focolaio. È però previsto che 389 chilometri quadrati siano monitorati palmo a palmo, a partire dalla prossima primavera». In particolare, la delibera regionale individua una zona delimitata nel raggio di otto chilometri attorno ai due siti di ritrovamento della mosca orientale della frutta. «Ma non è escluso che l'insetto possa già essere in altre regioni perché in nessuna è stata effettuata la sorveglianza con gli stessi sistemi», aggiunge Bernardo.
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