Blatte in ospedale a Napoli, la pista: sabotaggio degli infermieri

Blatte in ospedale a Napoli, la pista: sabotaggio degli infermieri
di Leandro Del Gaudio
Sabato 16 Febbraio 2019, 23:01 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 07:07
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Hanno un piano quelli che hanno piazzato le blatte nel pronto soccorso del Vecchio Pellegrini. Una strategia mirata, tutt’altro che una bravata «tanto per», magari finalizzata a fare solo un poco di rumore. Le blatte, l’allarme, il danno di immagine: sono gli ingredienti di una trama che ha le sue radici nel centro cittadino e la sua gittata in periferia, Napoli est, la sede dell’ospedale del Mare. Inchiesta per sabotaggio, dunque: un gruppo di infermieri sta facendo di tutto per ottenere la chiusura del pronto soccorso, per accelerare il passaggio nella struttura di Ponticelli. C’è la convinzione da parte di qualcuno, che qui al Vecchio Pellegrini si lavora troppo e in condizioni disagiate, senza avere la possibilità di controllare turni e straordinari, tutt’altra storia rispetto a quanto avviene in altre strutture. 

LA SEGATURA
E su quanto avvenuto martedì pomeriggio, emergono nuovi particolari, sempre a proposito di un evento che sembra costruito a tavolino. Come apparso evidente sin dalla prima ricognizione, le blatte sono state condotte in ospedale in modo doloso, usando probabilmente gli stessi metodi adottati al San Giovanni Bosco, negli ultimi tempi meta privilegiata di branchi di formiche. Qui invece le blatte sono arrivate all’interno di una busta, avvolta in un lenzuolo e piena di segatura. Poi sono state liberate e piazzate all’interno della toilette del pronto soccorso e in un lettino attiguo. Tutte della stessa dimensione, sono apparse stordite a chi le ha immortalate per la prima volta con il proprio cellulare, un paziente che attendeva il proprio turno per essere visitate.

 

I primi a denunciare la cosa sono stati gli addetti alla pulizia (ditta Esperia), persone che hanno tutto da perdere dalla rescissione del contratto. Si tratta di operai che conoscono certe dinamiche e zone di influenza, all’interno di un nosocomio. Sono bastate poche righe, nella segnalazione alla direzione sanitaria, per consentire agli inquirenti di inquadrare la cosa come un episodio doloso, come una presenza anomala e indotta dall’esterno. Hanno scritto quelli della Esperia: «I lavoratori ci tengono a precisare che il bagno è stato ripulito svariate volte durante l’arco della giornata lavorativa. E non era presente alcun evento sopra indicato». Chiaro il ragionamento: come è stato possibile che all’improvviso un’intera colonia di scarafaggi (per giunta tutti della stessa dimensione) si è materializzata allo stesso punto? Come è possibile che tanti insetti si siano ritrovati in un posto pulito? Ed è il rapporto pulito-sporco che rappresenta il cuore di questa vicenda. Non conveniva a nessuno portare formiche e bissare la storia del San Giovanni Bosco. Chi ha agito martedì scorso voleva contare sull’effetto ribrezzo, veicolando l’immagine si sporcizia che si associa alle blatte, insetti che solitamente proliferano nei pressi dei tombini fognari. Una strategia di alto profilo, finalizzata a bloccare il rilancio dell’ospedale di via Portamedina. Inchiesta affidata a specialisti del ramo, parliamo dei carabinieri del Nas sotto il comando del colonnello Vincenzo Maresca e del maggiore Gennaro Tiano, che hanno raccolto informazioni su più livelli, ascoltando operai, inservienti e infermieri, ma anche i vertici dell’ospedale che hanno ovviamente sporto denuncia. Un sabotaggio, dunque, finalizzato a svuotare di ogni eccellenza quell’ospedale, bloccandone la crescita e la funzionalità. E non è un caso che la «manina» sia entrata in azione pochi giorni dopo la visita del ministro Giulia Grillo, che aveva ribadito la disponibilità del governo a potenziare l’esperienza di un pronto soccorso nel cuore della città.

LA TESTIMONIANZA
Due inchieste parallele, quelle sugli insetti. San Giovanni Bosco e Vecchio Pellegrini, storie simili, all’insegna delle stesse contraddizioni: da un lato la maggioranza di persone oneste, lavoratori che rispettano e fanno rispettare le regole, dall’altro una retroguardia sindacalizzata e disposta a tutto. Sono quelli che hanno il potere di bloccare il funzionamento di un intero padiglione o di consentire l’accesso all’interno dei locali di una struttura ospedaliera di aziende di catering o, sempre per ricordare gli indotti economici all’ombra di un nosocomio, di agevolare una ditta di ambulanza in particolare. Tante sfere di influenza, che hanno spinto qualcuno a munirsi di una busta zeppa di segatura, per nascondere decine di blatte pronte a sporcare quel che resta dell’immagine della sanità in Campania. 
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