Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
di

Il sorriso di Manuel
più forte della violenza

Manuel Bortuzzo in piscina, qualche mese fa prima del grave ferimento che l'ha paralizzato e nel filmato registrato alla clinica Santa Lucia
Manuel Bortuzzo in piscina, qualche mese fa prima del grave ferimento che l'ha paralizzato e nel filmato registrato alla clinica Santa Lucia
di Aldo Balestra
Martedì 19 Febbraio 2019, 00:12 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 23:28
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Manuel ora è in clinica: «Adesso inizia l'allenamento» (Ansa, 18 febbraio 2019, Ore 17.19)
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Quel che più colpisce è il sorriso. Semplice,  pulito. Sereno. Prima e dopo. Da sempre, da quando all'inizio di febbraio abbiamo imparato a conoscerlo per la tragica vicenda di cui è rimasto vittima, assolutamente innocente. Per far capire chi fosse Manuel Bortuzzo, 19 anni, speranza del nuoto italiano in corsa per le prossime Olimpiadi, le agenzie avevano tirato fuori le sue foto in piscina, il braccio destro alzato, il pugno stretto, la voglia di combattere come ogni atleta forte e volitivo, già nel giro della Nazionale. Ed anche ora, che sorride e parla dal letto di una clinica dove è stato trasferito dopo quella pallottola che gli ha spezzato irrimediabilmente la schiena in una sera piovosa della periferia romana, Manuel ha la stessa, disarmante semplicità. E pulizia. E serenità.

«Darò tutto quello che ho per tornare il prima possibile, perché qui ci voglio rimanere poco, adesso inizia l'allenamento», dice nel video dalla clinica, dove ha già avviato la riabilitazione. «Come potete vedere sto sempre meglio. Sono arrivato in quello che sarà il mio nuovo campo da combattimento», afferma.
E' consapevole che non sarà facile. Ma, come ogni persona coraggiosa, non s'arrende. Verranno certo momenti di scoramento, difficoltà, rabbia. Il pensiero correrà indietro a quel momento in cui era con la fidanzata al distributore delle sigarette, mentre due balordi delinquenti esplodevano colpi di pistola all'esterno di un pub per «prendersi la piazza». Storie di pistole e droga, sopraffazione e spaccio, equilibri criminali e predominio. Roba incredibilmente lontana da Manuel e dal suo mondo d'atleta, trovatosi per caso in quel luogo maledetto. Lui che correva come un siluro in vasca, e fuori dalla piscina sempre con il suo sorriso vero, così diverso da quello gradasso e sguaiato di chi ha follemente sparato e l'ha abbattuto come un birillo, spezzandogli vertebre e infrangendo progetti di vita.

La grandezza di Manuel, in poco più di due settimane d'ospedale, è quella di reagire in una maniera incredibilmente rapida e ottimistica alla nuova condizione. Vuol lottare per ottenere il massimo di autonomia dalla sua inaspettata e improvvisa condizione di inabilità. Nel filmato sorride, gesticola, giunge le mani, le allarga, ringrazia medici e infermieri, compagni di squadra e allenatori. Non è solo un video da far circolare sui social, è piuttosto una lezione per tutti. Per le debolezze e le imprecazioni di ciascuno, ad ogni livello. E' un inno alla vita, molto diversa eppure incredibilmente più forte della bieca violenza che così l'ha segnata. 
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«La gioia è la figlia del dolore» (Guerrazzi)
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