Napoli, vive da 10 anni in una baracca sulla spiaggia: la storia dell’uomo «invisibile» di Mergellina

Napoli, vive da 10 anni in una baracca sulla spiaggia: la storia dell’uomo «invisibile» di Mergellina
di Oscar De Simone
Martedì 26 Febbraio 2019, 11:16
3 Minuti di Lettura

Il rumore del mare che si infrange sugli scogli, la spiaggia a poca distanza ed il garrito dei gabbiani che si poggiano sulle barche ormeggiate a riva. Lo scenario appena descritto potrebbe fare da prologo ad un film o ad un romanzo rosa, ma in realtà sono lo sfondo di una storia drammatica e senza senso. E’ la storia di Antonio, un napoletano di cinquantacinque anni, che ha passato gli ultimi dieci a combattere per la sopravvivenza. Si trova ai margini di una delle strade più frequentate della città in uno dei quartieri più in vista. Parlando con lui non si riesce a sapere molto perché è diffidente e non vuole avere contatti con le persone.
 



E’ schivo, solitario ed arrabbiato con la vita che – da quello che dice – gli ha riservato parecchi dolori. Ha avuto una moglie con cui è finito tutto in maniera brusca ed improvvisa ed una figlia che, sempre da quanto racconta, non vede da tempo. Non si riesce a sapere di più – se non che faceva l’imbianchino prima di finire in strada – ed è difficile accertare le sue generalità perché è senza documenti. La storia sembra surreale eppure fa parte di una realtà che è difficile accettare. E’ difficile credere che ci sia ancora chi vive come un invisibile in una società che si basa proprio sull’informazione. Ma è così. La storia di Antonio si riesce a ricostruire con piccole informazioni prese sia da lui che da chi in questi anni, ha imparato a conoscerlo e ad aiutarlo. Prima viveva sugli scogli, da dove è stato “sfrattato”, lontano da occhi e da orecchie indiscrete.

Adesso la sua capanna è tra il mare ed il parapetto di via Francesco Caracciolo, ma sembra essere su un altro mondo. In tanti ci passano di continuo, ma Antonio sembra essere distante anni luce da una dimensione che ormai rifiuta e da cui ha provato a distaccarsi con forza.

«Voleva suicidarsi dandosi fuoco» affermano i pescatori ed i commercianti della zona. «Non accetta più di vivere in questo modo e anche se ultimamente la figlia è venuto a trovarlo, non vuole saperne della famiglia e di ricominciare una vita con i parenti. Non sappiamo in che rapporti sia con loro, ma crediamo che sia necessario aiutarlo a prescindere. Noi gli portiamo da mangiare e cerchiamo di stargli vicino, ma non basta. Bisognerebbe fare di più e cercare di sottrarlo alla strada. Ha problemi di salute e ormai non ci sente più. Necessita di cure ed assistenza. Le istituzioni dovrebbero fare qualcosa».

Proprio alle istituzioni i cittadini ed alcuni volontari che frequentano il quartiere hanno deciso di rivolgersi.
«Da dieci anni ad oggi non è cambiato nulla per Antonio» afferma la volontaria Marina Antonelli. «Non capiamo come mai non abbia un documento e come mai sia ancora in queste condizioni.
Adesso la situazione è diventata insostenibile e chiediamo a chiunque sia in grado di aiutarlo di muoversi nel minor tempo possibile. Antonio rischia la vita ogni giorno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA